(A. Austini) Si è perso due anni di calcio, un Mondiale e non potrà giocare neppure l’Europeo. Ora dategli almeno lo scudetto. Kevin Strootman ha una voglia pazza di aiutare la Roma a vincere e finalmente vede la luce in fondo a un tunnel infinito. C’è già una data fissata da tempo sulla sua personale agenda: 24 gennaio 2016, in programma Juventus-Romanello Stadium di Torino, quello dove ha perso l’unica partita in campionato giocata con la maglia giallorossa prima di infortunarsi. L’olandese si è messo in testa di andare in panchina nella sfida ai bianconeri, alla seconda giornata di ritorno, con un girone quasi intero davanti in cui tornare, piano piano, il trascinatore della squadra. Kevin è un tipo concreto, ma non per questo non sogna: ha chiesto alla società di organizzargli un’amichevole per dicembre, anche se sarà difficile accontentarlo perché in quel periodo non avrà ancora completato il recupero.
Da diversi giorni corre a Trigoria. Lo ha fatto anche ieri in uno dei test programmati di tanto in tanto per verificare la naturalezza dei suoi movimenti. Ha già ripreso confidenza con il pallone, ma non è ancora arrivato il momento di calciare in porta. Comunque a guardarlo esercitarsi sul campo il peggio sembra passato: la corsa è piuttosto sciolta, la muscolatura della gamba operata tre volte (la sinistra) sta tornando tonica, il resto del fisico non lo ha mai trascurato. Il ginocchio non sembra dargli più le brutte sensazioni che lo accompagnano da quella terribile notte al San Paolo di marzo 2014, l’inizio di un incubo. Ora la gamba si estende completamente e si vedono già dei progressi netti rispetto ai precedenti recuperi falliti. Merito dell’ultimo intervento in cui il prof. Mariani gli ha ricostruito di nuovo il legamento crociato lesionato, utilizzando una sezione del tendine rotuleo dell’altro ginocchio. Strootman si porterà dietro dei problemi inevitabili, i menischi ad esempio sono stati rimossi, ma la cartilagine sta bene e il morale è tornato alto.
«Kevin ha una faccia diversa dallo scorso anno – conferma il ds Sabatini – ha la sensazione netta di essere sulla strada giusta. Gli ridono gli occhi dopo essere stati molto tristi per mesi e mesi: ha sofferto le pene dell’Inferno. Sarà il vero crack della Roma, se a gennaio sarà in campo anche al 60%, poi progredendo tra febbraio e aprile, allora le nostre possibilità di vincere aumenteranno a dismisura».
In questa seconda fase della riabilitazione è ancora seguito dai medici, oltre che dai preparatori e dai fisioterapisti. Tra fine novembre e inizio dicembre inizierà l’ultima parte dalla rincorsa: i dottori si faranno da parte e il suo recupero sarà solo di natura tecnica. Gradualmente inizierà ad allenarsi in parte con i compagni per dedicarsi poi a un lavoro personalizzato. E con l’inizio del nuovo anno cercherà di mettersi a disposizione di Garcia, che lo aspetta impaziente. Se riuscirà a farsi convocare per Juve-Roma, già dalla gara successiva potrebbe convincere l’allenatore a rimettere in moto la «lavatrice». Dipenderà da tanti fattori e, come dice Sabatini, per vedere il verso Strootman ci sarà bisogno di altro tempo.
Ma la Roma, che lo ha aspettato fino ad ora, non gli metterà fretta: Pallotta ha già annunciato il rinnovo del contratto rispetto all’attuale scadenza fissata a giugno 2018. La società lo ha già eletto futuro capitano, Strootman per adesso pensa solo a tornare un calciatore. Lo scudetto è lì che lo aspetta. Emerson, dopo lo stesso infortunio (ma due operazioni in meno), ha fatto in tempo a prenderselo nel 2001. L’olandese è pronto a imitarlo.