(F. Cortina) – Tutti lo aspettavano a Frosinone e forse il suo momento è arrivato nella partita peggiore. L’esordio dal primo minuto in serie A per Daniele Verde, il gioiellino 19enne di proprietà della Roma in prestito in Ciociaria, è stato bagnato domenica a Firenze. Un naufragio, più che una gara, di certo non l’ideale per esordire, ma se si analizza la gara del numero undici canarino, si può affermare che qualcosa di buono sia venuto fuori. Partiamo dal modulo: Stellone a Firenze è partito con una sorta di 4-4-1-1 con Ciofani punta centrale e Verde che si muoveva alle sue spalle, con un compito più di supporto alla linea dei quattro centrocampisti che dell’unico attaccante. Nei primi venti minuti, quando cioè il Frosinone ha provato a stare in partita, il 19enne campano ha fatto il suo, cercando di creare superiorità numerica soprattutto sulle fasce ed andando anche al tiro, dopo una serpentina, qualche istante prima del gol di Rebic. Da quel momento in poi, così come per tutta la squadra, si è spenta la luce. Nel disastro della seconda parte di prima frazione c’è anche lui, ma come sarebbe potuto non esserci? Quando Stellone ha deciso di coprirsi di più per evitare la disfatta si è spostato a destra, ha fatto il compitino, ma nulla di più. È nella ripresa che si è visto qualche sprazzo di quel talento scintillante che tutti, soprattutto i tifosi romanisti, avevano ammirato lo scorso anno con la maglia della Roma.
Con il pressing affievolito da parte degli uomini di Paulo Sousa, Verde ha preso più l’iniziativa ed è qui che ha fatto vedere il meglio ed il peggio del suo repertorio. Tocca troppe volte il pallone, a volte è lezioso, ma i numeri ci sono. Intorno alla mezzora della ripresa, sul sinistro del ragazzino sono capitate due occasioni che potevano invertire decisamente la sua stagione. Nel primo caso, servito in maniera ottima da Carlini, Verde ha preferito la potenza da ottima posizione: palla alta e gol mangiato. In pieno recupero poi il gesto tecnico da cui si riconosce il talento: palla a mezza altezza fuori area, Verde la cattura, palleggia e spara di collo pieno, il pallone si stampa sulla traversa. Poteva andare meglio per tutti, sia per il ragazzo sia per la squadra, ma di certo Verde merita un’altra occasione, per dimostrare di essere pronto alla lotta per rimanere in A.
Chi non aveva nulla da dimostrare, ma di certo non si aspettava di essere in campo a Firenze è Massimo Zappino. Il portiere simbolo del Frosinone, l’uomo spogliatoio e idolo della curva, a 34 anni ha fatto la sua prima apparizione in massima serie. Quattro gol subiti per lui, ma almeno tre evitati. Una prestazione mostruosa per uno che Frosinone ormai ce l’ha tatuata nel cuore e che malgrado arrivi da lontano, è il più ciociaro di un esercito che vuole vincere la guerra per restare in A.