(D.Luciani) – Nella battaglia di Bologna la Roma perde due punti fondamentali nella corsa al primo posto lasciandosi sfuggire anche l’opportunità di riprendersi anche solo momentaneamente la vetta solitaria della classifica. Occasione che si era costruita con i due rigori realizzati da Pjanic e Dzeko, dopo il gol iniziale di Masina, e che è andata in fumo per una scivolata folle in area di Torosidis su Giaccherini. Destro, l’ex tanto atteso, ha siglato il pareggio esplodendo in un’esultanza esagerata (ammonito ed era diffidato, quindi verrà squalificato). Ma il grande protagonista del match è stato Gianluca Rocchi, che tornava ad arbitrare la Roma dopo tredici mesi e mezzo e che ha ripreso esattamente da dove aveva lasciato in quel Juve-Roma del 5 ottobre 2014, ovvero da un disastro. Il fischietto di Firenze è il protagonista negativo (suo godimento?) del 2-2 andato in scena sotto un colossale diluvio.
Un arbitro che dovrebbe capire di aver sbagliato secondo lavoro e che, a 42 anni e mezzo, potrebbe fare un favore al calcio italiano dedicandosi esclusivamente alla sua mansione di agente di commercio. E lo diciamo dopo una partita terminata con due rigori fischiati ai giallorossi e uno ai rossoblu, unici tre episodi in cui ha preso la scelta giusta.
Per il resto Rocchi è riuscito a far passare in secondo piano l’ottima partita disputata dagli uomini di Donadoni e la veemente risposta romanista con dominio del match tra la metà del primo tempo e la mezz’ora della ripresa. Una sequenza di errori la cui genesi risiede già nell’aver scelto di far scendere in campo le due squadre, chiamate a sfidarsi in un acquitrino impraticabile. Al fischio d’inizio è seguita un’imponderabile gestione della gara che avrebbe sfiancato anche un Nobel per la Pace: un gol annullato ingiustamente al Bologna (errore più del primo assistente), un rigore non fischiato alla Roma sull’1-0 (stop di mano di Donsah nella propria area alla mezz’ora), un rosso non sventolato a Mirante che nel primo tempo ha fermato Florenzi con un tocco di mano sulla propria trequarti, un rosso a Iturbe (brutto fallo su Masina, solo ammonito), una sfilza di ammonizioni a Mounier, Rossettini, Donsah e nel rigore finale a Torosidis che era già ammonito e sarebbe stato da espellere.
OLTRE ROCCHI – Cercando di raccontare la partita, Garcia ha fatto almeno due scelte poco felici: 1) Keita in grande difficoltà fisica e tecnica su un campo così pesante. Impossibile anche il minimo possesso palla, gara dominata dai lanci dei difensori. L’ingresso di un lottatore come Vainqueur al 62′ ha restituito vigore alla Roma contro i robusti mediani rossoblu. 2) Iturbe è stato quasi dannoso per un’ora, perdendo tutti i duelli con Rossettini e co. In quasi 90 minuti, l’argentino ha trovato un assist per Florenzi e lo spunto che è valso il rigore del momentaneo vantaggio. Concepibile la scelta di risparmiare Iago Falque in vista del Barcellona, ma il campionato andrebbe sempre tenuto come priorità.
La partenza aggressiva del Bologna ha messo in grave difficoltà la Roma, col Rudiger preso di mira dai lanci e dalle sovrapposizioni dei rossoblu. Destro ha agito dal lato del tedesco in coppia con Mounier, chiamando Digne, Manolas e Maicon agli straordinari. Gli animi si sono accesi già al 10′ quando Mounier ha visto annullarsi un gol regolare: era in linea sull’assist vincente di Giaccherini. Quattro minuti più tardi è buono il gol in mischia di Masina, con la difesa romanista incapace di spazzare una mischia da angolo. Al 16′ Rudiger si è fatto ubriacare e saltare come un birillo da Destro (!), palla dal fondo a rimorchio per Donsah che ha calciato fuori da ottima posizione.
La Roma ha reagito di nervi e di forza fisica, trascinata dalle sponde di Dzeko, dalla forza di Nainggolan e dalla spinta di Maicon e Florenzi sulla destra. Il bosniaco si è guadagnato punizioni e ha fatto costantemente salire la squadra. Pjanic si è segnalato per due punizioni dali limite sprecate e una in cui Mirante ha salvato sul suo angolo. Al 33′ Digne ha salvato in area su Mounier, supplendo ad un altro grave errore di posizionamento di Rudiger. Intanto Szczesny e Mirante hanno vissuto una sfida di uscite folli al di fuori della propria area di rigore, ma se il polacco se l’è cavata con interventi sconsigliati ai cardiopatici, il portiere di casa al 38′ ha rischiato il rosso come sopra citato.
DISASTRO TOROSIDIS – Se le scelte iniziali hanno mostrato qualche lacuna, Garcia ha azzeccato la strategia negli spogliatoi ripresentando una Roma col 4-2-3-1, con Pjanic più vicino a Dzeko. Dopo un contropiede sprecato da Destro, al 6′ è arrivato il pareggio: cross di Florenzi e pallone intercettato con un braccio alto da Mounier. Rigore solare eseguito non benissimo da Pjanic, palla sotto la pancia di Mirante e 1-1. Al 17′ il doppio cambio di Garcia ha cambiato prima in positivo e poi in negativo la partita romanista: Vainqueur e Torosidis per Keita e Maicon, quest’ultimo molto stanco. Al 20′ Mirante ha salvato in uscita su Dzeko, smarcato da un lungo lancio di Rudiger, mentre un minuto più tardi è stato graziato da Florenzi che, lanciato in contropiede, ha calciato troppo centrale.
Al 25′ il vantaggio giallorosso, ancora su rigore: Rossettini interviene in area su Iturbe, colpisce la palla ma poi sgambetta l’argentino impedendogli di presentarsi davanti a Mirante. Dal dischetto Dzeko incrocia alla perfezione, 1-2. Terzo gol di fila per il centravanti. Per dieci minuti la Roma gestisce bene la palla lontana dalla propria area, ma finisce per chiudersi indietro nell’ultima decina. Torosidis, riserva croce e delizia, al 39′ salva in mischia su Destro ma due minuti più tardi si fa puntare da Giaccherini per poi stenderlo in area con una scivolata suicida. Fischio di Rocchi ed esplosione del “Dall’Ara” sul piatto di Destro che spiazza Szczesny, 2-2.