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CALCIOEFINANZA.IT Porto, Verona, Roma e terze parti: ecco il giro di soldi dietro il caso Iturbe

Iturbe
Iturbe

Fantasma a Oporto, fenomeno a Verona, flop a Roma: Juan Manuel Iturbe ha soli 22 anni, ma già tante facce. E tanti sono pure i soldi che l’attaccante argentino ha fatto circolare in un anno e mezzo, tra cessioni, giri d’affare per gli agenti, commissioni e bonus. E il caso Iturbe non è ancora finito, visto che da gennaio sbarcherà in Inghilterra, sponda Watford o Bournemouth.

Iniziamo dal principio. Nell’estate 2013 l’Hellas Verona porta in Italia Iturbe, in prestito con diritto di riscatto fissato a 15 milioni. L’argentino diventa subito protagonista, 8 gol in 33 partite, tanto da scatenare subito un’asta, appena concluso il campionato 2013/14. Intanto però il Verona deve riscattare il cartellino, che però non è di proprietà solamente del Porto, e qui inizia il caso Iturbe: la proprietà infatti è al 45% del club lusitano, al 55% della Pencilhill Limited, con sede a Londra e che fa capo a Gustavo Mascardi (anche se non ufficialmente, visto che il direttore è Ayomide Otubanjo, nome già circolato nel caso tasse di Lionel Messi), agente anche di Dybala e nel passato, tra gli altri, di Veron e Crespo. In sostanza, una Third Part Ownership da manuale. Tanto che, nel momento in cui l’Hellas riscatta il giocatore, i 15 milioni versati dai veronesi (come da bilancio ufficiale) diventano 6,75 per il Porto (che gli permettono comunque una plsuvalenza di 4,73 milioni), come scritto nel bilancio dei portoghesi, con i restanti 8,25 milioni che dai bilanci ufficiali spariscono, ma finiscono con molta probabilità nelle tasce di Mascardi.

Caso Iturbe, il passaggio alla Roma

Nell’estate 2014, quindi, Iturbe è interamente del Verona. E qui si scatena, come detto, l’asta: la Juve pare in vantaggio, ma la spunta la Roma. «È tutto fatto tra la Roma e Iturbe: 31 milioni cash, senza prestiti al Verona da parte dei giallorossi», dichiara Mascardi. Cifra che genera qualche dubbio, anche perché i giallorossi ufficialmente comunicano (essendo quotati in Borsa) di aver acquistato il giocatore per 22 milioni più 2,5 milioni massimi di bonus (di cui, ad oggi, hanno pagato solo 500mila euro per la qualificazione in Champions della scorsa stagione). Sembrano ballare 6,5 milioni, che qualcuno “infila” nelle tasche di Mascardi, ma in realtà nei documenti del club di Pallotta non se ne trova traccia: semplicemente perché la commissione versata all’agente è inferiore, visto che si parla solo di 1,6 milioni (inseriti in bilancio tra gli Oneri accessori – compensi ad intermediari). Il costo storico del giocatore quindi è di 22,5 (perché nel bilancio si parla di 22,5 e non 22, come afferma anche il Verona) milioni più 1,6 di oneri accessori, cioè complessivamente 24,1 milioni di euro.

Caso Iturbe, flop e cessione

In un anno e mezzo, però, Iturbe non ingrana: solo 5 gol in poco meno di 60 partite in giallorosse, un feeling con Garcia mai trovato. Nell’estate 2015 spunta il Genoa, adesso tocca al Watford: l’argentino è già partito per Londra, ha salutato compagni e tifosi con un lungo post sui social, le visite mediche fatte. Intanto le cifre iniziano a circolare, si parla di 1,5 milioni per il prestito e un diritto di riscatto da 18 milioni legato ad un basso numero di presenze, per un totale di quasi 60 milioni spostati in un anno e mezzo, a meno di un rilancio e sorpasso dell’ultim’ora del Bournemouth. Al 30 giugno 2015 il valore di carico di Itubre nel bilancio della Roma era di 19,45 milioni (dopo 4,64 milioni di ammortamento), se le cifre venissero confermate e il riscatto andasse a buon fine, la società di Pallotta potrebbe addirittura ottenere una piccola plusvalenza. Davvero un contentino minimo, per quello che è stato il quarto giocatore più pagato nella storia giallorossa.

Fonte: calcioefinanza.it

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