(S. Carina) L’ex bandiera del Liverpool, Steven Gerrard, lo definisce il «Re di Roma». In forma molto più umile, che ben si sposa col personaggio, Francesco Totti in bordo alla sua Smart ieri si è recato all’hotel De Russie per parlare con James Pallotta. Nessun intermediario o dirigente, zero filtri. Solo l’interprete del club a far da tramite tra il presidente e il capitano giallorosso.
NEL QUARTIER GENERALE – Intorno alle 9 Totti è arrivato nel quartier generale che Pallotta ha fatto suo nei soggiorni romani, a due passi da piazza di Spagna. Francesco ha preso un caffè con il presidente e si è intrattenuto a parlare con lui per una mezz’ora circa. Tempi della conversazione inevitabilmente dilatati con il calciatore che non parla inglese e lo statunitense che non conosce l’italiano. I due hanno analizzato il momento della squadra che nonostante la qualificazione agli ottavi di Champions è stata sonoramente fischiata l’altra sera allo stadio Olimpico. Pallotta (che ripartirà per gli Usa questa mattina, non partecipando alla cena di Natale, fissata il 17) ha chiesto informazioni sui rapporti tra lo spogliatoio e Garcia, ricevendo rassicurazioni. Non è la prima volta che la Roma, anche con il francese alla guida, vive momenti di difficoltà e saprà risollevarsi, il pensiero del giocatore.
In seguito il presidente si è accertato delle sue condizioni fisiche (Totti è out dal 26 settembre). Prima di lasciarsi, il discorso è scivolato sul futuro del campione giallorosso che ha il contratto in scadenza nel prossimo giugno. Su questo tema, nonostante Francesco all’uscita abbia provato a non rispondere («Rinnovo? Io? No no…») le posizioni rimangono sempre le stesse. Il sorriso del numero 10 nasconde quello che si conosce da tempo e che ieri ha ribadito: se sta bene, vuole giocare anche il prossimo anno. Ufficialmente la Roma gli concede la facoltà di decidere cosa vuole fare, sapendo che della questione bisognerà parlare nei prossimi mesi. In primis perché Totti non intende essere un peso e dunque dovrà prima monitorare le proprie condizioni fisiche. E poi perché la situazione tecnica presenta da qui a giugno tante variabili. Garcia, ad esempio, sia che vinca lo scudetto e ancor di più nel caso non riesca nell’impresa, potrebbe non essere più l’allenatore della Roma. Bisognerà dunque capire cosa penserà (eventualmente) il prossimo allenatore, fermo restando che la sensazione/certezza è che se il capitano deciderà di voler giocare, lo farà. A 39 anni è ancora il volto più spendibile sia a livello tecnico che sul settore del marketing, tanto caro al club. Non c’è Pjanic, Dzeko o Nainggolan che tengano: le magliette che si vendono di più erano, sono e rimarranno, anche nel prossimo futuro, quelle del numero dieci. Non induca in errore, quindi, se almeno un paio di volte dai video carpiti del meeting, si vede Pallotta mimare (forse anche platealmente) il gesto della firma. Non si è parlato né di soldi, né di anni di contratto.
NIENTE NAPOLI – Poi, quando la notizia dell’incontro lanciata dal Messaggero.it era ormai di dominio comune, la ressa che si è creata davanti all’hotel De Russie ha consigliato i due di salutarsi. Totti si è recato a Trigoria dove ha continuato ad allenarsi. A Napoli non giocherà: riesce a fare tutto con il pallone ma avverte ancora fastidio quando deve effettuare i cambi di direzione. Questo non preclude che possa essere comunque convocato e seguire la squadra. La decisione spetta a Garcia.