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IL MESSAGGERO A Roma il calcio non è più Olimpico

Le barriere montate all'Olimpico (foto: La Repubblica)
Le barriere montate all’Olimpico (foto: La Repubblica)

(B. Saccà) – Dev’essere una questione di colori. Fino a qualche anno fa, del resto, soltanto i giardinieri del Coni conoscevano il colore dei seggiolini dello stadio Olimpico. Celesti, verdi, bianchi? I tifosi potevano giusto provare a ricordare: perché chi andava allo stadio stendeva un foglio di carta a copertura; e chi guardava la partita dalla tv vedeva solo una distesa di sciarpe e bandiere giallorosse o biancocelesti. Nessun centimetro libero. Ora, invece, il quadro si è completamente ribaltato. E tutti sanno bene che l’Olimpico è foderato di azzurro, e venato di giallo: chi continua ad andarci, d’altronde, è ormai circondato da sedili vuoti; e chi è rimasto (o si è seduto) sul divano può registrare l’allargarsi di smisurate fette di blu non occupato. È la realtà: allo stadio si va poco, e comunque molto meno rispetto al passato. Ne soffre l’atmosfera e, allungando lo sguardo al futuro, a risentirne saranno di sicuro i risultati delle squadre. Perché se è vero che la Juventus ha vinto quattro scudetti anche grazie alla partecipazione dei supporter, non è falso ipotizzare che la Roma e la Lazio viaggino nella turbolenza pure per una «carenza d’affetto» così pronunciata. Va da sé che pensare di raggiungere i livelli del Westfalenstadion di Dortmund, sempre colmo al 99%, significa perdere in partenza: ma la tendenza italiana è lì a brillare sotto la luce dei numeri.

SUPER INTER – Oggi, ad esempio, la Lazio riceverà la Juventus in una sorta di tundra subpolare. Pochi biglietti venduti, otto gradi sopra lo zero, abbonati più rassegnati che inclini a disertare lo stadio. Come detto, le cifre spiegano molto. Tanto per avere un’idea, la Lazio finora ha perso in media 12.671 tifosi a partita rispetto allo scorso campionato. Tra abbonati e paganti, nella passata stagione le presenze casalinghe biancocelesti erano 34.949: adesso, 22.278. E bisogna annotare inoltre che il dato dei 22 mila risulta ampiamente inferiore, se accostato a quello medio dell’affluenza degli ultimi cinque anni, quantificabile in 30.707 persone per gara. Quanto alla Roma, non vola a quote maggiori: tutt’altro. La media legata agli spettatori di questo campionato è pari a 31.630, ed è in calo di 8.505 unità al confronto con i 40.135 supporter stabili del campionato passato. Durante il cammino della proprietà statunitense, i numeri (medi) delle presenze all’Olimpico hanno conosciuto in avvio una netta crescita, impennandosi dalle 36 mila alle 40 mila presenze nell’arco del 2012: ma non hanno mai superato la soglia per l’appunto dei 40 mila; salvo piombare quest’anno a 31.630. Ma perché? Innanzi tutto, è corretto sottolineare che mediamente la Roma «americana» ha portato all’Olimpico 37.720 tifosi a partita. E non è poco. Poi all’elenco è obbligatorio abbinare la protesta della curva Sud per la decisione prefettizia di suddividere il settore in due aree: dunque sono non meno di cinquemila i supporter che hanno scelto di lasciare vuoto il seggiolino.

LA CRISI – La crisi economica incide, si sa. E, forse, gli altri «assenti» sono da ricercarsi tra i supporter meno fedeli, abituati a comprare i biglietti per le sfide di cartello. E, ad analizzare questo profilo, si scopre che in effetti la Roma, tra le grandi, ha affrontato in casa soltanto la Juventus. Al proposito, i bianconeri hanno smarrito per strada circa mille tifosi rispetto allo scorso anno; come pure il Milan e, a sorpresa, la Fiorentina. A spiccare, viceversa, sono le acrobazie del Napoli (+3.717) e soprattutto dell’Inter, decollata da 37 a 52 mila presenze a San Siro nel volgere di sette mesi appena.

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