(M. Ferretti) Confusione. Di idee e di ruoli. Ufficialmente tutto va bene, ma non appare questa la realtà. Nessuno, in Casa Roma, ha mai messo pubblicamente a rischio la panchina di Rudi Garcia ma, al tempo stesso, nessuno ha mai smentito le notizie che sull’argomento si rincorrono dal post Spezia. Tipo quella che vuole James Pallotta indirizzato verso una soluzione (esonero) e il suo management italiano verso un’altra (conferma). E ogni giorno che passa la situazione, figlia del mistero o di soffiate a mestiere, appare sempre più grottesca. La verità no, eh?
Inoltre, se il ds cede Iturbe al Watford, il presidente lo gira al Bournemouth, azzerando il lavoro del suo dirigente. Depotenziandolo, di fatto, come accaduto a Garcia nella passata estate. Il nodo dell’allenatore chiama in causa anche il mercato: chi lo deciderà? Sabatini, Sabatini con Garcia, un ds X con un tecnico Y («Se affonda Garcia, affondiamo tutti insieme», Sabatini dixit…) oppure direttamente Pallotta? A 4 punti dalla vetta (nonostante tutto…) e con 21 partite ancora da giocare (63 punti a disposizione), sarebbe grottesco non sfruttare al meglio l’opportunità offerta dall’apertura del calciomercato. La squadra può/deve essere migliorata in ottica vertice di campionato e sarebbe delittuoso non farlo oppure comportarsi come nel gennaio scorso, con i fallimentari acquisti di Doumbia, Spolli e Ibarbo. Il 6 gennaio 2015 la Roma, vincendo a Udine, si trovò ad un punto dalla Juventus capolista ma poi rovinò tutto ciò che si poteva rovinare anche per gli ingaggi disastrosi al mercato di “riparazione”: la situazione attuale è, più o meno, simile, considerando il distacco dalla vetta e le pretendenti al trono. Se a Trigoria conta ancora la Roma e non il potere personale, è obbligatorio chiarire i ruoli, schiarirsi le idee e non fare altra confusione. Già, se…