(M. Ferretti) Parole da tenere a mente, quelle del dg Mauro Baldissoni rilasciate a Mediaset prima dell’inizio della partita contro il Torino. «Pallotta viene per una revisione completa dell’attività della Roma sia in campo che fuori», il suo virgolettato. Una minaccia o una promessa? Detto che il deluso/arrabbiato Mister Pallotta non si faceva vivo nella Capitale da oltre sei mesi (da Trigoria manca addirittura dallo scorso febbraio), l’auspicio generale è che il bostoniano soggiorni all’ombra del Colosseo davvero per sistemare un po’ di cose. Anzi, tante cose. Soprattutto in campo, verrebbe da dire. O intorno al campo. Perché, al di là dell’inesistente calcio di rigore che non ha permesso alla Roma di vincere la partita di Torino (l’ultimo successo è datato 8 novembre), la squadra di Rudi Garcia anche nell’Olimpico piemontese ha fornito un’altra prestazione ai limiti dell’inguardabile. Gioco (gioco?) lento, lentissimo; ritmo da amichevole estiva in alta quota; vigore atletico pari a quello di un orso in letargo; personalità ai livelli di un tacchino nell’imminenza del Thanksgiving Day.
I COLPEVOLI DI TRIGORIA E, in questi casi, il discorso non può, non deve contemplare innocenti. Tutti responsabili, dagli uomini scelti da Pallotta per dirigere la società fino a chi guida la squadra e a chi la squadra compone. Ha davvero ragione Baldissoni, in effetti: c’è bisogno di una completa revisione. Che, per far le cose per bene, non guardi in faccia nessuno, che riguardi sia chi a Trigoria sta in giacca e cravatta e chi lavora in pantaloncini corti e scarpini. Il management di Mister Jim, ad esempio, ha scelto Garcia e continua a difenderlo, nonostante tutto. Cioè, nonostante i risultati deludenti, i tanti punti sprecati – al di là del rigore inesistente di ieri – e la vetta della classifica vista dal basso. Insomma, tutto assolutamente lontano da quanto sperato o preventivato in avvio di stagione dallo statunitense a colpi di danaro. Garcia ha grosse responsabilità, ma non meno colpevoli del francese sono i giocatori e chi ha scelto giocatori che mai e poi mai potrebbero/dovrebbero giocare in una Roma con ambizioni da scudetto. Pian piano, il campionato sta dimostrando che la sontuosa campagna acquisti della passata estate in realtà tanto sontuosa non è stata. E che la rosa è incompleta, e pure tecnicamente inferiore rispetto a quanto continuamente sbandierato dalle maestranze giallorosse e dai loro trombettieri di corte. Ecco perché non resta che puntare forte sulla revisione pallottiana, a patto che le mosse anticipate da Baldissoni non si rivelino solo di facciata ma di sostanza. Fatti, non parole. Perché continuare ad andare avanti così, ne converrete, non è proprio più possibile.