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IL MESSAGGERO Sarri vuole la squadra con gli occhi di tigre

Sarri in allenamento
Sarri in allenamento

(P. Taormina) Il pensiero fisso di Sarri è ritrovare in campionato gli occhi della tigre, che si sono smarriti in chissà quale giungla. Non li vede in giro dal 65’ di Napoli-Inter di due settimane fa ed è un briciolo preoccupato. L’altro pensiero fisso di Sarri è far capire al suo Napoli che credere che la vera Roma sia quella sonnecchiante e confusa che ha fatto 0-0 mercoledì con il Bate Borisov è il modo più clamoroso di rimediare una figuraccia contro i giallorossi. Non è una mattinata serena, per il tecnico toscano. In primo luogo perché, anche se sembrerà strano, non ha mandato giù il modo con cui il Napoli ha subito il secondo gol (sì, quello dell’insignificante 5-2) del Legia. Per questo si è a lungo soffermato a parlare dei rischi dei cali di tensione e di attenzione. Spiegando, in sintesi, che quando avvengono, il Napoli prende gol da chiunque. Dal Bologna e pure dal Legia.

Alle 11 precise, Sarri chiama a raccolta i suoi uomini in sala video a Castelvolturno e comincia a parlare della Roma. E a mostrare i gol di Pjanic, Gervinho, Salah. A ricordare che di fronte c’è il miglior attacco della serie A e che, crisi o non crisi, ha solo tre punti dietro al Napoli. Ecco, Sarri ha continuato il suo lavoro ai fianchi di una squadra che pretende nuovamente vorace, aggressiva, spietata. Ovvero, quella che segna due o tre reti a partita e non ne incassa nessuno, concede briciole e zero illusioni a chiunque.
Insiste: è una questione di gambe e di testa. Torino-Roma viene passata al setaccio, ma c’è spazio per frammenti della gara con l’Inter e quella con la Fiorentina. Raramente nella storia recente di Napoli-Roma ci si è avvicinati alla partita con gli umori e gli stati d’animo così contrastanti. Eppure ha ragione chi pensa che la gara di domani è un crocevia decisivo per il campionato. Battere la squadra di Garcia, continuare nella magica scia al San Paolo (solo la Sampdoria è uscita indenne, poi sei vittorie consecutive) avrebbe il senso vero della svolta e restituirebbe definitiva autostima alla banda Sarri. La formazione è già bella e fatta ed è la solita filastrocca che inizia da Reina e termina con Insigne. Con una piccolissima tentazione: Valdifiori al posto di Jorginho. L’ex Empoli sembra in risalita nelle quotazioni e Sarri vorrebbe un piede migliore sui calci da fermo. Un pensiero, nulla più.

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