Massimiliano Allegri ha parlato del campionato appena fermatosi per la sosta natalizia:
Al ritorno giocherete con Roma, Napoli e Inter in casa. Non male, le pare?
“È normale che possa essere un vantaggio. Al Milan l’anno dello scudetto abbiamo vinto i due derby e gli scontri diretti col Napoli. Le grandi sfide saranno molto importanti”.
Cos’ha l’Inter più di voi?
“Sta gestendo bene le cose, al di là del k.o. con la Lazio. E ha un tecnico che sa come si vince”.
Voi cosa avete in più?
“Dobbiamo avere margini di miglioramento: possiamo fare una grande stagione”.
A inizio anno avevate meno fame?
“Ci siamo ritrovati con 10 giocatori nuovi e con l’incertezza di aver perso le certezze. Dopo il successo di Shanghai siamo ripartiti in modo disastroso. Ora la squadra è omogenea. Dobbiamo continuare così, stiamo crescendo e non dobbiamo fermarci: il mantenimento non esiste”.
L’addio di Guardiola al Bayern cambierà qualcosa in Champions?
“No, anzi. L’anno in cui annunciarono il suo arrivo e l’addio di Heynckes, hanno vinto la Coppa”.
In due partite come si fa a passare?
“Bisogna essere bravi a ridurle a una sola”.
Mettendo il pullman davanti alla porta stile Mourinho?
“No, sarà una bella partita. Dobbiamo prepararci al meglio per fare un grande ottavo di finale. E uscirne rafforzati per affrontare poi la volata in campionato”.
Un uomo di mare sta meglio a Milano o a Torino?
“Sono due città belle e diverse, che ti lasciano vivere. Torino comunque è più riservata. Milano più tentatrice e godereccia”.
Nella gestione della crisi tra Milan e Juve che differenze ci sono?
“Alla fine la società è la colonna portante. Se è compatta e tosta vieni fuori dai problemi. Allenatori e giocatori passano e per questo il tifoso si deve rispecchiare nella società”.
L’ha stupita la velocità di apprendimento di Dybala?
“Molto. Ma basta guardarlo negli occhi per capire che ha la voglia e la determinazione di raggiungere l’obiettivo. Ha più istinto killer di Morata e Pogba, perché ha fatto la gavetta”.
Ha litigato più da giocatore o da allenatore?
“Oggi come allora ho bisogno del confronto, anche violento. E i giocatori devono reggerlo”.
Fonte: Corriere della Sera