(F. Ferrazza) La curva vuota all’Olimpico, la contestazione a Trigoria. La strana giornata di Champions dei romanisti comincia nel primo pomeriggio di ieri, quando in circa mille si sono presentati al campo Agostino Di Bartolomei per seguire la gara di Youth League. L’intenzione di raggiungere il centro sportivo giallorosso per sostenere in maniera simbolica i ragazzi allenati da De Rossi, era stata resa nota da un comunicato diffuso nei giorni scorsi. E così è stato. Sciarpe, bandiere e tanti cori, indirizzati soprattutto contro Pallotta e la dirigenza. “Noi non siamo americani” uno degli slogan più utilizzati dai presenti, che non sono riusciti a entrare tutti quanti visto la capienza della tribunetta di soli 600 posti. Per questo motivo gli ultras, dopo una mezzora, hanno deciso di uscire raggiungendo gli altri 400 all’esterno dell’impianto. Fuori sono stati srotolati due striscioni di contestazione: “Hungry for money”, indirizzato alla proprietà statunitense, e “È più facile che smetti di fumare che noi di lottare”, il riferimento a Sabatini. Una presa di posizione netta della tifoseria più calda, che ha poi continuato la protesta allo stadio, non presentandosi in curva.
In tutto questo, Garcia da oggi dovrà cominciare a preparare la trasferta di Napoli. Gara fondamentale per la corsa da vertice della Roma, stanca fisicamente e mentalmente per l’impegno Champions. Da verificare le condizioni di Gervinho, che contro il Bate era stato scelto come titolare dal tecnicoma di nuovo bloccatosi nel riscaldamento. Rientrato in anticipo rispetto alla tabella di marcia a Torino, l’ivoriano si era fermato prima di accusare una nuova lesione. «Stiamo gestendo la situazione di Gervinho – la spiegazione di Sabatini prima della partita- non c’è uno stiramento, né un’interruzione delle fibre, è un’infiammazione che ha provocato un leggero edema fastidioso, non è un infortunio conclamato. Per questo è soggetto a verifiche. Non drammatizziamo, ci dispiace ma abbiamo dei sostituti».