(E. Currò) Le storture di regole e cavilli del calciomercato internazionale, ad uso dei grandi club che riescono a spostare spendendo il minimo giocatori incatenati ai propri ricchi stipendi, sono state denunciate al commissario Ue alla concorrenza dalla Fifpro, il sindacato mondiale dei calciatori. Intanto, però, ci sono prigionieri illustri. A 5 mesi dall’Europeo Stephan El Shaarawy, prezioso azzurro della Nazionale di Conte che lo ha rilanciato, non sa ancora dove giocherà, dopo la sosta invernale. È costretto ad aspettare le decisioni altrui e la ragione non è tecnica, ma economica e soprattutto giuridica. Tutto nasce infatti dalla formula in voga del prestito, concordata l’estate scorsa tra il Milan, che lo ha appunto prestato, e il Monaco, che ne ha vincolato il riscatto a prezzo concordato (14 milioni di euro, oltre ai 2 versati) al numero delle presenze: l’obbligo scatterà automaticamente alla venticinquesima. Protagonista di una stagione non fenomenale ma discreta – 3 gol e 1 assist – El Shaarawy è arrivato a un solo minuto dalla meta, avendo sommato tra Ligue 1, qualificazioni alla Champions ed Europa League 24 presenze. Ma qui si è fermato e qui si fermerà: il Monaco ha improvvisamente comunicato a Galliani che non ha più intenzione di schierarlo fino alla scadenza del prestito, a giugno. È evidente l’effetto: se El Shaarawy resta nel Principato, non gioca più e perde l’Europeo.
È ambigua la causa: forte è il sospetto che il Monaco, club di proprietà russa e colonia calcistica portoghese pilotata dal procuratore Mendes, intenda semplicemente risparmiare 14 milioni, per fare tornare il centravanti colombiano Falcao (oltre 1 milione al mese di ingaggio), prestato al Chelsea, dove ha giocato soltanto una partita da titolare e dove le prospettive per lui, dopo l’esonero di Mourinho, sono ancora più incerte. Lo riaccoglierebbe a braccia aperte Jardim, l’allenatore portoghese che al Monaco ha dimostrato predilezione per i molti connazionali e freddezza verso El Shaarawy, convocato invece regolarmente e schierato da Conte (5 presenze da titolare e un gol). Perché il Faraone vada a giugno in Francia, gli è dunque necessario cambiare al più presto aria. Non è semplicissimo. Il ritorno a Milano è pregiudicato dalle troppe malignità sui social network, che avevano provocato il divorzio dalla città. Ma il Milan pretende gli stessi soldi dell’accordo appena sfumato: 14 milioni, vitali per il suo mercato di gennaio. A Galliani si sono candidate, con speranze tutte da valutare, Bologna, Genoa e Lazio. Eventuali destinazioni di alta classifica (Roma, Fiorentina, Juventus) oppure estere (nella Liga spagnola o nella Premier inglese) devono spuntare entro una settimana. Altrimenti El Shaarawy rischia di cominciare in ritardo la rincorsa all’Europeo. Per ora è prigioniero.