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L’ANALISI di TORINO-ROMA Un rigore che non c’è pareggia al 93′ una punizione fortunata: l’anti-calcio finisce 1-1

L'analisi della partita
L’analisi della partita

(D.Luciani) – Sarebbe stato troppo bello per essere vero. Ai limite dell’inverosimile se non lo avessimo visto con i nostri occhi. Dopo 93 minuti di nulla cosmico, la Roma stava per vincere a Torino con una punizione crossata in area da Pjanic, lisciata da Dzeko e con Padelli uscito a vuoto. 0-1 a sei minuti più recupero dalla fine. Non sarebbe stato da Roma, una squadra che nella sua storia ha scritto rare vittorie in campionato a fronte di un incalcolabile numero di delusioni. Ed infatti nel pieno svolgimento degli ultimi novanta secondi di gioco, ecco il pareggio del Torino con un rigore che, manco a dirlo, non c’era. Lancio formato preghiera nell’area romanista, Rudiger si fa una bella dormita e Manolas è costretto alla scivolata disperata per anticipare Belotti. Il greco tocca il pallone in maniera netta e pulita con un intervento strepitoso ma l’insulso addizionale d’area Fabbri dice a Damato di fischiare rigore. Maxi Lopez spiazza Szczesny. 1-1 e tutti a casa alla fine di una partita orrenda.

Una gara fatta solo di corse tra granata e giallorossi, annullatisi a vicenda per lunghi tratti. Il Torino voleva lasciar giocare la Roma per colpirla in contropiede e la Roma voleva aggredire alto il Torino per recuperare il pallone nella metà campo avversaria e puntare la porta con Gervinho. Peccato che la gara dell’ivoriano, appena rientrato da un problema muscolare, sia durata solo 24 minuti: primo scatto offensivo, pizzicata al muscolo evidentemente non al 100% e arrivederci al 2016. Al suo posto entra Iturbe, che sarà uno dei pochi sufficienti tra i giallorossi.

Il Torino ringrazia Rudiger che nei primi minuti aveva già tentato di far segnare Belotti: cross dalla sinistra di Baselli, prego-si-accomodi del tedesco al centravanti granata e riflesso miracoloso di piede di Szczesny. Il portiere polacco è sobbalzato solo per un tiro da fuori di Bruno Peres deviato da Digne. Di contro la Roma non ha mai calciato in porta fino al 26′ del secondo tempo. Settantuno minuti per un colpo di testa sbagliato di Dzeko alla prima disattenzione di Glik. Al 30′ su angolo di Iago Falque è stato Iturbe ad anticipare tutti e centrare l’esterno della rete di Padelli. Al 38′ la punizione del vantaggio di Pjanic, procurata da Iturbe.

Subito dopo il vantaggio Garcia inserisce Torosidis per Iago Falque, scalando Florenzi in avanti. Tradotto alla squadra: “Stiamo bassi e difendiamo questo risultato” per poi urlare in continuazione di rimanere alti. Al 91′ Dzeko si divora il raddoppio calciando addosso a Padelli. I lanci della disperazione del Torino portano alla frittata del trio Rudiger-Damato-Fabbri e ad altri due punti persi. Ma qui insieme ai punti, si sta buttando l’ennesima stagione.

Le risposte di questa caduta sono tutte lì, evidenti e alla luce del Sole. La Roma non è in grado di costruire gioco. Senza Gervinho e Salah si cerca solo Dzeko per sponde o colpi di testa. Non riesce a difendere in maniera ordinata contro nessun avversario. I giocatori sono smarriti e ogni volta che sono in possesso palla hanno il compagno più vicino a 10-15 metri di distanza. Eppure esiste un responsabile tecnico, un allenatore. Coadiuvato da un numeroso staff.

Ci vorrebbero coraggio, senso di responsabilità e personalità per prendere le decisioni. Peccato che non siano in vendita nel calciomercato di gennaio. La sera del 13 dicembre potrebbe essere troppo tardi per prendere una decisione che avrebbe “solo” sette mesi di ritardo.

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