Una sera d’inverno la Roma gioca una partita della Liga del Fútbol Profesional Boliviano (LFPB). E perde anche quella. E’ successo l’altra sera a Potosí, città famosa per le miniere di argento e per essere stata cantata da Manu Chao, quando per un incontro valido per la seconda giornata del Torneo di Clausura della prima divisione boliviana, la squadra locale del Real Potosí, il cui stemma e i colori sociali sono un omaggio al più famoso Real Madrid, ospita il Ciclón, la squadra di San Bernardo de Tarija. Ma c’è un problema: la maglia biancoazzurra del Ciclón è troppo simile a quella bianca del Real Potosí, e il club non ne ha portata una di riserva. Panico. Non si può giocare. E allora succede che la dirigenza del Ciclón si precipita in un mercatino fuori dallo stadio e sulle bancarelle trova delle maglie, identiche ma assolutamente non originali, della As Roma. Ne compra una dozzina e le porta nello spogliatoio. Ecco allora che i giocatori con un pennarello scrivono il proprio numero sulle spalle, l’arbitro omologa il tutto e la partita può finalmente cominciare.
In realtà, giocare con le maglie di Totti, De Rossi e Pjanic, non ha portato troppa fortuna al piccolo Ciclón, che ha perso per 4 a 0 in un match che le cronache locali definiscono “a senso unico”, deciso da una tripletta di Álvarez, uno su rigore, e un gol a fine partita del subentrato Pablo Pedraza. Nei vari articoli sulla partita poi, sono molte le notazioni negative sui giocatori dell’attacco del Ciclón, tanto che qualcuno potrebbe trovarci una non velata allusione alla pessima condizione di Dzeko e Salah. Tra l’altro non è neppure la prima volta che il povero Ciclón si trova in questa spiacevole situazione. E’ successo anche lo scorso novembre, quando la squadra andò a giocare in trasferta a Santa Cruz de la Sierra contro la squadra locale del Blooming. Allora il Ciclón, dopo essersi trovato nella stessa condizione e aver fatto tardare l’inizio dell’incontro di una buona ora per recuperare casacche di colore diverso, riuscì però a vincere per 3 a 2. Quella volta però, va detto, non indossava la maglia della AS Roma.