A Trigoria si lavora molto sui singoli reparti. Quello difensivo è nelle mani di Daniele Baldini ed Aurelio Andreazzoli. Sono loro che si prendono cura dei difensori giallorossi. Lavorano molto sulle posture, sui posizionamenti e sui movimenti della linea difensiva. Quello che ha notato Spalletti è come molti dei difensori della Roma fossero abituati a difendere frontalmente. Il tecnico giallorosso vuole invece una posizione perpendicolare rispetto all’avversario, in modo di lasciare eventualmente un lato (possibilmente quello debole) e poter recuperare in caso di ritardo dell’intervento. Un dettaglio di tecnica individuale a cui poi Baldini ed Andreazzoli hanno aggiunto principi di tecnica collettiva. E cioè l’armonia e l’efficacia di come deve muoversi la linea difensiva: diagonali, coperture, scaglionamenti a secondo della posizione della palla.
Dall’altra parte del campo, invece, ci lavora soprattutto lui, Luciano Spalletti, con il suo vice, Marco Domenichini. Difesa schierata e giropalla continuo, per cercare di spostare la retroguardia avversaria e trovare lo spazio per servire nel miglior modo possibile la punta. Nello specifico Edin Dzeko, l’uomo che Spalletti punta a sbloccare il prima possibile perché sa che può essergli utile eccome. Esercitazioni continue, ripetute più volte, unico modo per cercare l’addestramento da riproporre poi nelle varie situazioni che si determinano in partita.
Il nuovo tecnico della Roma parla anche molto con i giocatori, soprattutto con quelli che sa che hanno bisogno magari di un incoraggiamento, di un segnale. Colloqui individuali, piccoli messaggi davanti a tutto il gruppo, stimoli continui e costanti, per non abbassare mai la tensione.