Tra i tanti ricordi positivi che Totti avrà ricordato a Pjanic durante la cena in un ristorante della capitale, il capitano avrà dato al bosniaco anche qualche suggerimento prezioso.
I due hanno un rapporto consolidato ormai da tempo, una stima che va al di là dell’intesa tecnica in campo. Questione di fantasia, eleganza nelle giocate, genio, ma anche affinità. Tanto che lo stesso Totti in più di un’occasione ha ammesso «di avere un debole per Mire, il nostro piccolo principe, per come gioca e per il rapporto che abbiamo». Il tecnico di Certaldo sta cercando di mutare Pjanic da regista a trequartista, come accadde con David Pizarro, l’uomo che era il regista della prima Roma spallettiana.
All’orizzonte per i giallorossi c’è la Juventus, un ostacolo che al momento appare una montagna quantomeno ardua da scalare, ma a gestire i giochi in mediana sarà proprio lui, Miralem Pjanic. Per far uscire meglio la palla, per avere più pulizia nel palleggio e per impostare meglio l’azione. Esattamente quello che nella prima Roma di Spalletti faceva Pizarro.