(M. Caputi) – Errori, indecisioni e paradossi che hanno caratterizzato gli ultimi mesi della Roma sono stati magicamente sintetizzati dalla grottesca situazione verificatasi nella giornata di ieri: Garcia allena la squadra come nulla fosse, mentre Spalletti vola a Miami per incontrare il presidente Pallotta. C’è una Roma che vive la sua convulsa quotidianità a Trigoria e ce n’è un’altra che opera negli Stati Uniti. Anche in questa vicenda legata all’allenatore, la conferma di una società dalle due anime che vivono in mondi e modi differenti. Da una parte un presidente che in estate delegittima l’allenatore imponendogli lo staff dei preparatori e che poi si convince a dicembre di cacciarlo. Dall’altra una dirigenza italiana che cerca di difendere l’allenatore fino all’impossibile, con l’intento di tutelare se stessa e il proprio operato. Grazie a tutto questo, l’esonero di Garcia si è trasformato in una lenta e stancante agonia che ha fatto solo perdere tanto, troppo tempo alla Roma. Rimandare l’esonero a giugno scorso e, soprattutto, durante la sosta natalizia è stato un grave errore. Per l’ennesima volta si è voluto negare l’evidenza di una squadra svuotata e senza idee da mesi, guidata da un allenatore che ormai aveva fatto il suo tempo, incapace di invertire la rotta. Il procrastinare la sostituzione di Garcia ha portato soltanto effetti negativi. Si è perso ulteriore terreno nei confronti della testa della classifica, non si è intervenuti tempestivamente sul mercato di gennaio e altri lunghi giorni stanno trascorrendo prima che il nuovo tecnico possa mettersi al lavoro per rimettere in sesto tatticamente, mentalmente e fisicamente la squadra. Oggi più che mai è il momento delle scelte chiare e decise, di dare un taglio netto con il recente passato, recuperando in fretta il tempo perduto. Il viaggio di Spalletti a Miami auguriamoci porti a questo. Non solo alla conoscenza del tecnico toscano con il presidente Pallotta. Che sia l’occasione per definire con precisione ruoli, obiettivi e strategie, a cominciare da quelle delmercato di gennaio. Pallotta ha una grande responsabilità, da presidente vero: ridare forza al progetto e alla squadra. È un giro di boa complicato e fondamentale, anche per la riconquista del tifo giallorosso. In questo momento non c’è in ballo solo la scelta del nuovo allenatore per questo e il prossimo campionato: ci sono da stabilire uomini e linee guida del prossimo futuro. I cinque anni sono trascorsi senza successi e i motivi sono davanti agli occhi di tutti. Cambiare si può e si deve.