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IL MESSAGGERO De Rossi-Mandzukic, la prova tv non è applicabile ma il caso non è chiuso: vigila la Procura federale

De Rossi e Mandzukic
De Rossi e Mandzukic

(G. Lengua) – Daniele De Rossi la passa liscia (almeno per ora). L’insulto razzista (“Stai muto, zingaro di m….”) rivolto a Mandzukic durante il match contro la Juventus a Torino, non rientra nei casi per i quali è applicabile la prova tv. Non trattandosi, infatti, nè di un atteggiamento violento né di un episodio di simulazione o di blasfemia, la Procura Federale della Federcalcio non farà partire l’iter per far esaminare l’accaduto al giudice sportivo. A preoccupare, se pur in modo marginale, è il fascicolo di deferimento che potrebbe aprire la stessa procura, dando vita ad un’istruttoria che, codice alla mano, può ravvisare come pena la sanzione pecuniaria e la squalifica (casi recenti puniti anche con 10 turni di stop), soltanto qualora le sue parole venissero considerate discriminatorie. Sarebbe, per essere chiari, lo stesso procedimento aperto sempre per De Rossi in occasione del derby del 24 maggio 2015, quando il numero 16 ha indirizzato alla tifoseria avversaria, plateali gesti offensivi. In quel caso (e dopo sei mesi) Daniele e la società furono solo sanzionati con un ammenda di 7.500 euro. Insomma, tanto rumore per nulla? In realtà no. Aldilà dei provvedimenti che prenderà la Procura Federale, a farne le spese come al solito sono l’immagine e il nome della Roma, sbattuta su centinaia di pagine web dall’America alla Spagna passando per l’Inghilterra e la Croazia e associata al razzismo. Tutto questo non ha fatto piacere alla società (soprattutto a Pallotta) che, per adesso, preferisce non prendere una posizione ufficiale, così come ha fatto De Rossi non rivolgendo le proprie scuse (almeno pubblicamente) al collega juventino.

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