(G. Lengua) ROMA Tattica e concentrazione. Luciano Spalletti in due giorni di allenamento sta provando a trasferire il suo credo ai giocatori della Roma che, stimolati dall’arrivo del nuovo tecnico, hanno tutto l’interesse ad applicarsi in campo. La consapevolezza di non avere più alcun alibi («I calciatori fisicamente stanno benissimo» ha detto Lucio appena arrivato) e la voglia di farsi vedere dal nuovo tecnico sta spingendo la squadra a dare il massimo. Dopo una riunione in sala video per spiegare l’allenamento, Spalletti ha diviso la difesa dal centrocampo e attacco: il primo reparto agli ordini di Baldini e il neo rientrato Andreazzoli, ha incentrato il lavoro sulla posizione ed il fuorigioco. I difensori sono stati coordinati sulla linea da Manolas che ha provato a far salire i compagni in base alla posizione della palla. Il reparto offensivo, invece, è stato allenato da Domenichini e Spalletti: Florenzi e compagni hanno affinato le finalizzazioni ed i movimenti volti a tagliare e girare dietro l’avversario.
L’idea è di non stravolgere subito la squadra, ma di fargli metabolizzare il nuovo metodo di gioco ed intanto proporre un calcio sicuramente più organizzato. Durante le partite a tema e quelle a campo ridotto Spalletti, che spiega i movimenti anche in inglese, ha provato fino allo sfinimento i tagli, le sovrapposizione e gli inserimenti, a tal punto da far ammettere a qualche calciatore che si è fatta più tattica in questi due giorni che in tre anni di Garcia. Gervinho non ha partecipato per un dolore al ginocchio e domani contro il Verona difficilmente sarà a disposizione, Maicon, Keita ed Uçan hanno svolto lavoro personalizzato, mentre Strootman si è allenato con la Primavera.
L’effetto Spalletti, però, non ha fatto presa sui tifosi della Sud che domani continueranno a non entrare allo stadio in segno di protesta contro la divisione della Curva. I biglietti venduti sono circa 4 mila. «Senza i tifosi viene a mancare qualcosa» ha detto appena firmato il contratto, ma solo ritrovando i risultati anche l’entusiasmo potrebbe tornare ad avvolgere una squadra ad oggi parzialmente abbandonata al suo destino. «Abbiamo scelto Spalletti perché conosce l’ambiente. Gli basterà un minuto. Porterà euforia e consapevolezza. L’idea è quella di vincere», le parole di Sabatini. Il problema è che l’ambiente non è più quello che ha lasciato. Per ora.