(S. Carina) Ripetitivi nelle analisi, nelle speranze, nelle frasi fatte, negli errori commessi, nelle convinzioni, nei proclami, nelle aspettative, nelle rimonte subite e nelle giustificazioni. La Roma e Garcia continuano ad essere sempre uguali a se stessi: «Direte ancora che dico sempre le stesse cose, che è la partita che arriva quella che conta ma il calcio è così. Ho deciso di avere una comunicazione neutra perché chi vince può aprirla, chi non vince deve stare zitto». Una spiegazione, quella fornita ieri da Rudi, che convince poco. Perché lo stesso tecnico qualche secondo prima in modo sibillino aveva tenuto a precisare che i gol subiti nell’ultimo quarto d’ora «non sono nove ma otto, visto che quello col Torino era irregolare». Oppure, per tornare indietro al post-gara col Chievo, è sempre lui che sottolineava come non fosse il caso di cercare alibi «ma mi mancavano sei centrocampisti». E poi, non era nemmeno giusto prendersela con Manolas «ma certamente non ha disputato una delle sue migliori partite». Garcia gioca con le parole ma spesso rischia, come ieri, che gli scivolino via. Se vuole usare la lingua di legno (modo di dire francese che significa utilizzare soltanto frasi fatte) può (e deve) farlo. Ma non mascherandola come linea di comunicazione neutra perché la sua ultimamente ha registrato più contraddizioni che altro.
IL GIORNO DELLA MARMOTTA E questo in un contesto dove a Trigoria sembra di rivivere quotidianamente la commedia cult del 1993 ‘Groundhog Day’, tradotto dai titolisti italiani in ‘Ricomincio da capo’, con Bill Murray costretto a rivivere ogni giorno la stessa routine. La sveglia alle ore 6, la radio che trasmette sempre la stessa canzone, gli stessi eventi che si ripetono stancamente sempre uguali a se stessi nel giorno della Marmotta, ovvero quel giorno che tradizionalmente presagisce la fine o meno dell’inverno. Il timore è che l’inverno giallorosso rischi di protrarsi a lungo. Anche ieri Garcia ha recitato a memoria il copione, fatto di frasi scontate («Montella ritiene che non possiamo vincere lo scudetto perché subiamo troppe reti? Dobbiamo continuare a fare dei gol perché così se ne prendiamo meno, avremo più chance di vincere»), rassicurazioni a se stesso («Se sono a rischio? Non ho tempo da perdere con queste domande e non me le faccio nemmeno») e poche chiavi di lettura per capire cosa non va. Un esempio su tutti, quando gli è stato chiesto dei gol presi nei finali di partita: «Ci abbiamo pensato a questa cosa e una volta sono errori individuali, che non sono mai dello stesso giocatore. Altre perché ci abbassiamo troppo e poi perché forse c’è il fantasma che è già accaduto in precedenza». Quindi? La soluzione? «Basterà un click, una gara in cui saremo avanti e soffrendo riusciremo a resistere per far andare al passato questa storia». Come se gli errori palesati a Verona (e in precedenza) di posizione della linea difensiva, in marcatura, in uscita sul pallone e sull’avversario, possano risolversi da soli. Aspettando dunque il click, Rudi appare rinfrancato dal «semaforo verde dei medici per Salah che non ha lesione muscolare. Totti sarà convocato. Già vederlo nel gruppo, anche se non è al 100%, è una grande notizia. De Rossi sta bene. E ora abbiamo anche Sadiq». Stasera però potrebbe partire dalla panchina con Gervinho centravanti. A meno che Salah non venga preservato.