(U. Trani) – Garcia è ancora l’allenatore della Roma. Ma Spalletti è a Miami per convincere Pallotta. Che si prepara ad annunciare il 5˚ tecnico dell’éra Usa. «Torno per finire il lavoro che ho iniziato» ha detto più volte il toscano ad amici, ribadendolo anche ai dirigenti giallorossi, a conferma che al cambio in panchina manchi solo l’ufficialità. Il candidato numero uno è sbarcato in Florida dopo mezzanotte (poco dopo le 18 negli States) e a cena ha conosciuto, come richiesto lunedì sera a Sabatini, il presidente, alla presenza del dg Baldissoni. La fumata bianca è attesa per oggi, con il conseguente divorzio da Garcia che non ha ancora avuto la comunicazione ufficiale.
CONTRATTO E MERCATO Spalletti, partito da Firenze e arrivato a Miami via Parigi, sarà a Roma domani alle 10 (ha comunque un’altra prenotazione per anticipare l’arrivo già ad oggi) e, a meno di sorprese, farà il suo debutto domenica contro il Verona. Il contratto sarà di 1 anno e mezzo più opzione per la seconda stagione: 2,5 milioni la base dell’ingaggio, più premi a obiettivo. Nel colloquio con il presidente ha chiesto garanzie. Non solo tecniche. Più che nelle strategie di mercato, ha preteso autonomia nel lavoro quotidiano. Per riportare i «giusti comportamenti» all’interno del gruppo. Adesso accetta i preparatori Norman e Lippie, a giugno se ne riparlerà.
DS DEPOTENZIATO Pallotta, stavolta, non ha ascoltato i suggerimenti di Sabatini che è il vero sconfitto dell’ennesima rivoluzione statunitense. Le 2 opzioni caldeggiate dal ds sono state bocciate dal presidente: 1) confermare Garcia fino alla conclusione della stagione; 2) ingaggiare il traghettatore per finire l’annata. In entrambi i casi, l’epilogo sarebbe stato comunque l’esonero del francese a fine campionato e l’ingaggio di Conte o Emery. «La scelta dell’allenatore la indirizzo io» la sua risposta, lunedì via mail, al tifoso che ne ha criticato le ultimemosse. Ha poi reso pubblica quella replica che, già in serata quando è andato a incontrare Spalletti, si è trasformata in un boomerang. «Se affonda Garcia, affondiamo tutti» garantì poche settimane fa. Ora si occuperà del mercato. Fino al 2 febbraio. A saracinesche abbassate, deciderà se lasciare.
STAFF RIDOTTO Quando Spalletti, nel giugno del 2005, passò dall’Udinese alla Roma, si presentò con diversi collaboratori: Domenichini come vice, Bertelli come preparatore atletico, Andreazzoli come tattico, Bonaiuti come allenatore dei portieri e Franceschi per il recupero degli infortunati. In un secondo tempo chiamò a Trigoria anche Baldini per l’addestramento della linea difensiva.Qui il toscano ritrova Franceschi e, per ora, conferma solo Domenichini, apprezzatissimo da chi lo ha seguito nei suoi 4 anni in giallorosso, e presente anche nell’esperienza in Russia. Bertelli è nello staff di Conte, Andreazzoli ha interrotto il suo rapporto con la Roma e Bonaiuti è stato scelto da Handanovic all’Inter. Baldini è in stand by, perché punta a provare la carriera da primo.
APPROFONDIMENTO QUOTIDIANO A Spalletti «garba» semplicemente lavorare. Studia le caratteristiche dei suoi giocatori e sa quindi dove metterli in campo. Il sistema di gioco, dunque, sarà solo da scoprire in partita. In carriera ha utilizzato, provato e confermato più moduli. A Udine, ad esempio, scelse la difesa 3 perché in rosa non trovò i terzini adatti per la linea a 4. La prima gara ufficiale con la Roma, il 28 agosto 2005 a Reggio Calabria, partì con il 4-2-3-1 che fu l’assettodei giornimigliori passati nella capitale. Perrotta e De Rossi mediani, non avendo ancora Pizarro, con Totti trequartista (sarebbe diventato falso nueve solo a dicembre) eMontella centravanti: la Roma vinse subito 3 a 0. Ma già alla terza gara passò al 3-5-2 con Panucci, Kuffour e Bovo davanti a Curci: 0 a 0 a Livorno. L’ultima gara sulla panchina giallorossa, il 31 agosto 2009 all’Olimpico, presentò il 4-1-3-2, con De Rossi davanti alla difesa e quindi il rombo: 3 a 1 per la Juve edimissioni.
LABORATORIO TATTICO Sulla ricchezza di interpreti della Roma attuale si è espresso, anche di recente, in pubblico. E agli amici ha confidato di essere pronto ad allenare «giocatori di qualità». In attesa di avere qualche rinforzo, capirà come intervenire in difesa. A destra potrà utilizzare anche Torosidis,ma non è da escludere che sistemi lì Ruediger che, nella nazionale tedesca, fa il terzino e che, per la fisicità, considera strategico. Manolas sarà il Mexes di un tempo, ma non ha Chivu in rosa. Lì può piazzare anche De Rossi, sperando di avere da Sabatini l’innesto giusto. Per partire subito con il 4-2-3-1, gli manca il regista: magariciprova conPjanic. Sipuò, invece sbizzarrire con il 4-3-1-2: Dzeko e Salah le punte, Iago Falque o Pjanic trequartista, de Rossi davanti alla difesa, Florenzi e Nainggolan mediani. Gli ultimi 2 utilissimi anche nel 4-2-3-1: l’azzurro sa fare sia il mediano che l’ala tattica, volendo pure il trequartista alla Perrotta; il belga l’interditore e l’incursore (partendo dietro la primapunta).Tottisarà il viceDzekoGervinho ilcambioper Salah, Iago Falque l’esterno alto per l’equilibrio e Sadiq il jolly offensivo.Manon scarterà il4-3-3.