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IL MESSAGGERO Roma, un pari da vergogna

Rudiger gol
Rudiger gol

(U. Trani) Ancora fischi dell’Olimpico per la Roma. Anche nel nuovo anno. Bocciata da chi va allo stadio. Poca gente che però non ne può più. L’ultima prestazione è vergognosa quanto tante altre che l’hanno preceduta. Questa non è una squadra. Incompiuta, in campo e fuori. Allenata male e costruita peggio. A fine girone d’andata sono 7 punti in meno di un anno fa. Anche il Milan in crisi gioca meglio e l’ 1 a 1 sta stretto a Mihajlovic che per ora non perde il posto. Il pari è utile a lui, non a Garcia. Che resta in bilico. I tifosi non lo vogliono più. E nemmeno Pallotta, sempre più preoccupato. E’ a rischio anche la zona Champions.

BENE SOLO LA PARTENZA Solo le scelte iniziali del francese non sono contestabili. Non rischia Salah dal primo minuto e conferma Sadiq centravanti, accompagnato da Gervinho e Iago Falque. Il sistema di gioco è il 4-3-3, ma il rientro di De Rossi, propenso a schiacciarsi davanti alla difesa, determina in fase difensiva il passaggio al 4-1-4-1. In mezzo al campo tornano pure Pjanic e Nainggolan tra i più vivaci fino alla mezz’ora. E’ proprio Sadiq, però, a fare la differenza proprio come è successo mercoledì a Verona contro il Chievo. Il bomberino ruba subito la palla a Romagnoli e fa volare Donnarumma. Sono passati appena 20 secondi e il Milan sbanda. La Roma comincia bene e va presto in vantaggio con Ruediger che fa centro di sinistro raccogliendo al volo la punizione di Pjanic e diventa il 14˚ marcatore giallorosso in campionato (il 15˚ contando la Champions). E’ il 4˚minuto. Nessuno in A ha segnato tanto nel primo quarto d’ora: 8 gol.

SOLITO COPIONE Sadiq manda al tiro Pjanic che però non inquadra la porta e Ruediger costringe alla paratona a Donnarumma che per salvarsi sulla girata di testa chiede aiuto pure alla traversa. La Roma stordisce il Milan, senza però riuscire a stenderlo definitivamente e quindi a mettere al sicuro il risultato. Il 4-4-2 di Mihajlovic si trasforma spesso in 2-4-4. Ne dovrebbe approfittare Gervinho, puntando in contropiede i centrali Zapata e Romagnoli che restano spesso da soli e senza copertura. Invece sono gli esterni rossoneri ad affondare: De Sciglio e soprattutto Bonaventura a sinistra contro Florenzi, Abate e Honda a destra contro Digne. Luiz Adriano fa poco, Bacca prova ad anticipare Szczesny che gli esce incontro,ma il tocco è largo e Manolas, sostituito poi da Garcia nell’intervallo con Castan per il 14˚ infortunio muscolare della stagione, può pulire l’area in tranquillità. Come contro il Chievo, al debutto nel 2016, la Roma dura solo un tempo. Fisicamente si spegne ancora al rientro in campo. Il Milan ne approfitta e trova il pari al primo tentativo: cross di Honda e colpo di testa vincente di Kucka: 22˚ gol preso in campionato. E ancora una rimonta subita. Il lato debole è sempre quello di Florenzi che per l’occasione è stato riportato in difesa. I rossoneri si prendono l’iniziativa e vanno all’assalto. Bacca ha subito la palla per il sorpasso ma liscia davanti A Szczesny. Garcia interviene: dentro Salah per Iago Falque. Mihajlovic, prima di essere espulso per aver calciato una bottiglietta, replica con Boateng (ultima in A proprio contro i giallorossi nel maggio 2013) per Luiz Adriano e la mossa sta per essere decisiva al primo affondo, anche per il regalo di Ruediger. L’assist, con finta di Bacca, non è sfruttato da Kucka. Anche il Milan prende la sua traversa: gran destro di Bacca. Il pubblico fischia e si calma solo quando vede Totti che, dopo 105 giorni, fa i suoi primi passi in campo, fuori Sadiq.

PIZZINO INUTILE Il capitano entra e porta il biglietto a Nainggolan: sono i consigli di Garcia, come accadde a Leverkusen con De Rossi. Risulteranno superflui, proprio come in Germania quando i tedeschi rimontarono 2 gol. Totti gioca metà tempo. Non è ancora pronto, ma peggio stanno i suoi compagni. Che non tirano più in porta, rischiano di perdere e soprattutto non approfittano del flop casalingo della Fiorentina. Oggi giocano l’Inter, ilNapoli e la Juventus: la classifica rischia di diventare orribile.

 

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