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IL MESSAGGERO “Siamo Dottor Jekyll e Mr Hyde, il mio futuro non mi preoccupa”

Garcia
Garcia

(S. Carina) Sconfortante come il secondo tempo della Roma. Ascoltare Garcia immalinconisce ancora di più rispetto a Florenzi che in un ruolo non suo salta invano su Kucka, Szczesny che sbuffa al gol sbagliato clamorosamente dallo slovacco o il ds Sabatini che anziché comprare dei terzini continua a prendere attaccanti. L’analisi del tecnico è tanto elementare quanto esaustiva: «Nel primo tempo meritavamo di vincere e nel secondo di perdere. Nella ripresa abbiamo dimenticato il nostro gioco. Non c’era più niente di buono né sul piano tattico, dove ci siamo abbassati troppo, né sul piano fisico e tantomeno sul piano tecnico». Appena due gare dopo 16 giorni di stop e Garcia ricomincia a parlare di «problema di gambe». Le perplessità del tecnico sull’operato del preparatore Norman oramai è evidente anche al più miope degli ossequiosi. Come non era passata inosservata sabato la volontà di prendere le distanze dallo staff medico sul rientro di Salah: «I medici mi hanno dato il semaforo verde». Tradotto: io lo metto in campo, se si fa male non è colpa mia.

RUDI ALLE CORDE L’ex Lille oramai appare alle corde e per sviare alle domande trova riparo sempre più spesso nelle solite frasi fatte: «Il calcio non è mai un fiume tranquillo; Quando soffriamo dobbiamo essere più compatti; Se vogliamo tornare ad accorciare sulle prime quattro dobbiamo essere più continui; Siamo stati Dr. Jekyll e Mr Hyde; Bisogna essere ottimisti perché se uno è negativo non va da nessuna parte; Il futuro? È lamia ultima preoccupazione». A Trigoria va preso atto che se Rudi è oramai designato a essere il traghettatore di se stesso sino a giugno (aspettando Conte o Emery), va aiutato. In primis col mercato. Lui intanto lancia la ciambella alla squadra: «Rifletteremo su questa gara e poi parleremo con i giocatori importanti per sapere come l’hanno vissuta». La sottolineatura, «calciatori importanti», dà l’idea di come il tecnico si affidi ancora una volta agli umori dello spogliatoio che già lo ha salvato col Genoa, paradossalmente più con l’abbraccio dopo il gol di Florenzi che con la vittoria. A proposito di abbracci, da evidenziare quello ieri tra Mihajlovic e Totti: «L’ho trovato un po’ invecchiato anche se poi quando è entrato ho sentito le farfalline nello stomaco». Quelle che Garcia non sente più da tempo.

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