(P. Boccacci) Stadio della Roma, mossa del cavallo di mister James Pallotta per rilanciare il piano milionario per il nuovo impianto a Tor di Valle e impedire che vada in fumo. Le numerose riunioni in scena a Miami nei giorni scorsi non sono finite solo con l’esonero di Rudi Garcia e l’arrivo in panchina di Luciano Spalletti. A salutare i colori giallorossi c’è infatti adesso anche Mark Pannes, fidato manager che il presidente aveva messo a capo del progetto. La notizia arriva nella notte con un saluto stringato: «Voglio ringraziare Mark per il tempo che ha dedicato alla causa e per tutti i suoi sforzi: gli auguro il meglio per il futuro». Ma non è tutto. Nell’affare dello stadio potrebbe entrare anche un nuovo protagonista. Accanto all’imprenditore Luca Parnasi, gravato tra l’altro da un’inchiesta della procura sull’acquisto dei terreni da una società poi fallita, arriva il costruttore Pizzarotti.
Ma torniamo alla “mossa” di Pannes, che si dice sia il risultato della delusione del patron della Roma per i ritardi degli ultimi mesi nella consegna del progetto definitivo, ma soprattutto per gli errori che sarebbero contenuti nel business plan dello stadio, che non avrebbe calcolato in maniera adeguata i costi relativi ai servizi obbligatori per un impianto di quasi un milione di metri cubi. Costi superiori alle stime che erano state fatte. Naturalmente più diplomatico il comunicato ufficiale. «Nel percorso dello stadio della Roma — scrive sempre Pallotta — avevamo raggiunto un punto in cui avevamo la necessità di reclutare un team interamente dedicato al progetto, sia a Roma sia a Boston, che avesse una profonda esperienza nell’edilizia e nel settore degli stadi, al fine di poter progredire al livello successivo e dare vita a questo progetto estremamente importante. Ora siamo fermamente convinti di aver messo insieme un team di esperti per portare a compimento qualcosa che sarà utile alla squadra, alla città di Roma e a tutta l’Italia». A guidare il gruppo di lavoro, al posto di Pannes, c’è da qualche mese David Ginsberg che si sta preparando a sottoporre il dossier definitivo alla conferenza dei servizi, supervisionata della Regione Lazio. Il master plan, che prevede oltre al nuovo stadio anche strutture per l’allenamento, un centro per l’intrattenimento e un business park, includerà una serie considerevole di lavori dedicati alle infrastrutture pubbliche che saranno finanziati privatamente.
Più complicata e dietro le quinte la trattativa per la joint venture fra Luca Parnasi e il Gruppo Pizzarotti di Parma. Nascerebbe una nuova società in cui Pizzarotti avrebbe la maggioranza e Parnasi, esposto con le banche per più di 400 milioni, manterrebbe una quota di minoranza. E, cosa importante per la Roma, la New Co entrerebbe a tutto titolo nell’affare dello Stadio di Tor di Valle. Un intervento ambizioso, uno stadio da 60mila posti progettato da Dan Meis, tre torri disegnate da Daniel Libeskind, il Convivium con i suoi edifici e la passeggiata, tre ponti, un raccordo autostradale, il rifacimento della via del Mare-via Ostiense, la metropolitana con la nuova stazione Tor di Valle, i parcheggi e un immenso parco. E adesso inizia la partita decisiva, in quanto le grandi società che faranno da sponsor sono tante e importanti, dalla Goldman Sachs alla Lend Lease, e dunque toccherà a loro, oltreché a mister Pallotta, decidere sull’eventuale ingresso nell’operazione stadio del Gruppo Pizzarotti. Due settimane poi inizia l’istruttoria della Regione. Restano l’opposizione degli ambientalisti e quella del candidato a sindaco Fassina. Ma la corsa per il nuovo stadio della Roma continua.