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LA REPUBBLICA Roma & Milan, pari e fischi ma nel duello dei precari respira soltanto Mihajlovic

gol Ruediger
gol Ruediger

(E. Currò) Mihajlovic è stato espulso. Ma non dal Milan, come temeva: dal campo, per avere calciato una bottiglietta. Invece Garcia è rimasto lì, però impietrito come la sua Roma. L’esito del duello tra pistoleri, secondo la metafora dell’allenatore milanista, è un 1-1 che lascia le cose come stavano, però paradossalmente adesso ha più cartucce quello che sembrava averne meno: se mercoledì in Coppa Italia batte il Carpi, riallontana un po’ l’ombra di Lippi. Berlusconi, comunque, ha accuratamente evitato di presenziare all’Olimpico.

I troppi vuoti dello stadio non sono stati riempiti dal gioco intermittente: il brusio di sottofondo, nel desolante scenario, racconta di uno spettacolo così lontano da certi duelli del recente passato che nemmeno la parte più ben disposta del pubblico riusciva a sgolarsi. La prudenza ha partorito azioni sfilacciate e assalti estemporanei. La Roma è parsa più colpevole, perché ha avuto presto in pugno la partita grazie a un tocco volante di Rüdiger in avanscoperta e invece di tenersela stretta, dopo il 2-0 evitato dal prodigioso Donnarumma, si è pigramente affidata a un contropiede rudimentale, con Gervinho contumace. Tanta approssimazione ha via via rianimato il Milan e gli ha restituito autostima: dopo il pari di Kucka la traversa, su destro a girare di Bacca, si è sostituita a Szczesny. La scena più rilevante è diventata, a metà ripresa, quella dell’annunciatissimo ritorno in campo di Totti: lo stadio, che alla lettura delle formazioni aveva già fatto pollice verso a Garcia e acclamato il capitano, non aspettava altro e ha ritrovato un po’ di entusiasmo, anche se l’eroe ritrovato deve scrollarsi ancora molta ruggine di dosso.

Prima dell’evento la Roma aveva esaurito i propri sussulti in una ventina di proficui minuti, agevolati da un Milan sciagurato e parecchio masochista, nel farsi frustare da Sadiq. Più che al giovane sostituto dello squalificato Dzeko, infatti, la falsa partenza milanista va attribuita agli errori di Romagnoli, ex probabilmente teso, e del precario Zapata, rispolverato in assenza di Alex nonostante le continue voci di mercato sul suo conto. Dopo appena 20” Sadiq è sfuggito a Romagnoli, ma Donnarumma lo ha stoppato, e poco più tardi, sulla punizione cesellata da Pjanic, Zapata ha osservato Rüdiger battere al volo per l’1-0. Il portierino di classe ha poi impedito il bis al difensore tedesco, assai migliore come attaccante: ne ha respinto sulla traversa il colpo di testa e nessuno in quel momento poteva immaginare quanto sarebbe stata importante la parata.

La Roma è arretrata, il Milan ha intravisto la porta di Szczesny con una puntata di Bacca e ha preso campo e coraggio. Dagli spogliatoi è riemerso con l’idea precisa di rubare palla in pressing a lenti e svagati portatori, De Rossi su tutti. L’1-1 lo ha segnato di testa Kucka, raccogliendo un lungo cross di Honda: due gregari dichiarati, il che rende l’idea del contesto. L’ingresso di Boateng è servito al disperso per fare capire che non intende essere catalogato come il fidanzato di Melissa Satta: ha carpito il pallone allo sciagurato Rüdiger, ma Kucka, sul velo di Bacca, è tornato gregarissimo. La traversa ha poi risparmiato alla Roma la sconfitta, non i fischi copiosi. Ora Sabatini si rifugia sul mercato e con lui Galliani. Intanto tenteranno di confezionare il prestito di El Shaarawy. Tutto il resto è da inventare.

 

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