Sembrava non dovesse mangiare il panettone, mentre oggi si ritrova a mangiare il carbone. Rudi Garcia è ancora al comando della Roma, ma non sembra essere saldo come una volta. Risponde fugacemente alle domande sul suo futuro e sui possibili candidati a sostituirlo; ripete come un mantra “penso solo alla prossima partita”, sapendo che sono le prestazioni ad essere ancor più sotto la lente di ingrandimento.
Tutto l’ambiente è sotto inchiesta: dall’allenatore ai dirigenti, passando dai giocatori. Così, si fanno insistenti i nomi di Conte e Perinetti, rispettivamente al posto del tecnico francese e di Walter Sabatini, avvicinato nei giorni scorsi al Chelsea, che vorrebbe un dirigente/talent scout da affiancare al prossimo allenatore dei blues.
Intanto, sul fronte mercato, è atterrato questa mattina a Fiumicino il fantasista Gerson. Il brasiliano ha salutato per sempre il Fluminense e, non potendo essere tesserato perché extracomunitario, si allenerà senza giocare. Sembra esclusa la pista prestito ad altre squadre, per volere del padre. Un altro brasiliano sembra in dirittura di arrivo: si tratta del portiere Alisson, che però si unirà ai giallorossi a partire da giugno: 7 milioni di euro il costo dell’operazione. Battuta la concorrenza della Juve.
Alle 15:00 però, la Roma scenderà in campo al Bentegodi contro il Chievo Verona. Tanti gli assenti: da Strootman e Totti, i quali sono vicini al rientro, il primo verso la Primavera, il secondo già in Serie A, a Keita, Pjanic e Nainggolan. E De Rossi non al massimo della condizione fisica. Un centrocampo in infermeria, con i soli Florenzi e Vainqueur sicuri del ruolo, con il giovane Gyomber pronto a subentrare. In porta confermato Szczesny con Torosidis, Manolas, Rudiger e Digne in difesa. Davanti tridente obbligato con Gervinho, Iago Falque e Salah, vista la partenza di Iturbe e la squalifica di Dzeko.
Una Roma incerottata e in difficoltà deve vincere e convincere in trasferta per continuare la striscia positiva iniziata con il Genoa, per la classifica e per il posto di lavoro dell’allenatore.
di Matteo Isidori