(F.Balzani) – «Abbiamo ancora tanta strada e lavoro da fare». Non è bastato l’entusiasmo per il ritorno di Spalletti a guarire la Roma dal mal di pareggio e a metterla al riparo dai soliti fischi dell’Olimpico semi vuoto (circa 22 mila spettatori, 6mila paganti e altro striscione della Sud contro Pallotta e il Prefetto all’entrata dello stadio). È finita come all’andata: 1-1 contro un Verona ultimo in classifica e senza Toni. Il sesto segno X nelle ultime 8 partite che allontana i giallorossi dai sogni scudetto a una settimana dalla sfida di Torino con la Juve. Un ritorno in serie A traumatico per il tecnico che appena quattro giorni fa era a Miami a prendere ufficialmente la giacca stropicciata da Garcia. Troppo poco tempo per sperare di vedere il bel calcio di un tempo, ma abbastanza per aspettarsi una reazione d’orgoglio da parte della squadra che ieri ha pagato la confusione tattica e gli errori individuali di Dzeko (4 palle gol sprecate) e Castan che ha procurato il rigore del pareggio messo a segno dalla bestia nera Pazzini.
Nel primo tempo era stato Nainggolan, su colpo di tacco di De Rossi, a portare la Roma in vantaggio. Spalletti sorride davanti ai microfoni, ma non nasconde le difficoltà: «Non abbiamo fatto una grande gara. Il risultato è difficile da accettare, ma ci sono delle cose da salvare. In difesa abbiamo subìto 3-4 ripartenze che erano le cose che non volevo che succedessero. Pjanic si è marcato troppo alle spalle senza andare in anticipo preventivo. Dobbiamo lavorare abbastanza. Se noi riusciamo a far valere quella che è la differenza tecnica la forma fisica viene meno evidenziata». Poi sui singoli: «Pensavo che oggi fosse la partita per ritrovare Castan. Deve riacquistare fiducia e può farlo solo giocando. Dzeko? È stato fatto un investimento importante per lui e abbiamo la possibilità di aiutarlo a uscire da questo momento negativo». Castan che in serata ha chiusto scusa con un lungo tweet: «Pensavo di stare bene, oggi ho visto che ho bisogno di migliorare tanto ancora. Forse si sono fidati troppo di me, ringrazio e voglio chiedere scusa. Mi dispiace tanto!!!».
Spalletti ha presentato il “suo” 4-2-3-1 – con Pjanic al fianco di De Rossi e Nainggolan a fare il Perrotta – salvo poi cambiare in corsa schierando la difesa a tre per tornare infine al modulo iniziale: «Dobbiamo essere in grado di utilizzare diversi atteggiamenti, perché può aiutarci a partita in corso». Per Pjanic, invece, è una questione di atteggiamento: «Dobbiamo ritrovare fiducia, siamo entrati in una spirale negativa e dobbiamo uscirne. Mi sono trovato bene nella nuova posizione anche se gli automatismi devono ancora crescere. Dzeko? Tornerà a segnare, ne sono certo».