(di Keivan Karimi) – Diego Perotti si può considerare un calciatore della Roma, forse l’ultimo colpo di una sessione invernale che ha portato, come un anno fa, tre nuovi calciatori nella rosa giallorossa, ovvero due esterni offensivi e un difensore mancino. Difficile dare un voto ad oggi alla campagna acquisti di Walter Sabatini, secondo molti ‘re dell’estate 2015’ per poi venire sbugiardato da alcuni flop clamorosi (Dzeko su tutti) e dall’andamento in calo della squadra. Ma il colpo Perotti, che per 10 milioni complessivi si muove in direzione della capitale, serve davvero a questa Roma?
I PRO – L’argentino, classe 1988, è certamente un talento sottovalutato. Lo diciamo non soltanto avendolo osservato nell’ultima annata al Genoa, ma stravolgendo ogni giudizio tecnico e tattico effettuato nei suoi confronti. Giunto in Italia dal Siviglia era stato presentato come un’ala classica, un esterno d’attacco tipico, un Iturbe della situazione insomma dotato di velocità e dribbling secco. Niente male insomma, se non fosse che Perotti è calciatore decisamente diverso, con fisico e piedi da trequartista, poco prolifico in zona gol ma molto attivo nella fase di ‘ultimo passaggio’. Una peculiarità che a questa Roma serve come il pane, visto che Pjanic sembra giocare ormai molto lontano dalla porte e Dzeko ne risente ottenendo sempre pochi assist puliti. Il genio di Perotti, che può esprimersi sia da esterno che da centrale, potrà giovare in fase di finalizzazione.
I CONTRO – Tralasciano l’esasperazione per l’ennesimo affare fatto tra Sabatini e Preziosi, stranamente collaboratori di mercato in maniera ossessiva, il colpo Perotti potrebbe non essere l’ideale dal punto di vista di impatto mentale nella Roma di oggi, che avrebbe bisogno di calciatori freschi, pronti e psicologicamente decisi. Già l’arrivo di El Shaarawy aveva fatto storcere il naso a molti, per il momento ricredutisi dallo splendido gol di tacco sul Frosinone. Il carattere di Perotti non è certo dei più quieti: in due stagioni con il Genoa ha accumulato ben 7 giornate di squalifica per due episodi violenti in campo, lasciando la propria squadra senza una risorsa per troppe settimane. La grinta da ‘argentino doc’ dovrà essere tramutata in qualità e cattiveria calcistica, altrimenti i giallorossi si metteranno in casa l’ennesimo elemento discontinuo e sotto pressione.