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AS ROMA Domenichini: “Empoli è casa mia. Sempre seguita la Roma: non è una squadra come le altre, è una cosa diversa”

Spalletti e Domenichini
Spalletti e Domenichini

(T.Riccardi) – Empoli e l’Empoli sono casa sua. C’ha giocato quando era ragazzo, allenato in una fase successiva
della vita e ha deciso di prendere lì la residenza della sua abitazione. Il presente, però, si chiama Roma. Associazione Sportiva Roma. Marco Domenichini – 58 anni – è tornato in giallorosso con lo stesso ruolo che occupava sette anni fa, vice allenatore di Luciano Spalletti.

Un bilancio di questo primo mese e mezzo romanista?

“Direi positivo, molto positivo. L’approccio con la squadra è stato ottimo. I ragazzi ci hanno messo subito partecipazione e applicazione seguendo in tutto e per tutto le idee di Luciano. È stato, inoltre, anche un periodo molto intenso in quanto a lavoro e programmazione, però siamo soddisfatti”.

All’inizio su cosa avete dovuto lavorare di più per risollevare la squadra? Sulla testa dei giocatori o sulla tattica?

“Mah, un po’ su tutti gli aspetti. Spalletti da sempre cura ogni minimo particolare in campo e fuori dal campo. È bravo a fissare obiettivi, dare motivazioni, guardare sempre avanti con propositivi nuovi”.

C’è qualche calciatore che conoscevate meno e che vi ha impressionato favorevolmente?

“Sono tutti bravi, non ce n’è uno in particolare. Non abbiamo mai smesso di seguire la Roma in questi anni. Era rimasto affetto, tanto, per questa squadra e in qualche modo ci siamo sempre informati su come andavano le cose. La Roma non è una realtà qualunque del calcio italiano o straniero. È una cosa diversa. Per il nostro staff lo è”.

Quanto all’organizzazione societaria, quali cambiamenti avete notato rispetto al passato?

“Si ha l’impressione di avere a che fare con una società strutturata, organizzata, c’è tutto per lavorare nel migliore dei modi. Questo nulla toglie alla gestione precedente, ci mancherebbe, anche prima era un club di livello, ma ora sembra che sia stato fatto un ulteriore passo in avanti”.

Empoli cosa ha rappresentato, invece, per lei?

“Che dire? È casa mia. Ci vivo e ci ho lavorato in passato. Sono stato un centrocampista azzurro tra il 1980 e il 1982. Quando ho smesso di giocare, poi, sono stato parecchi anni nel settore giovanile con vari incarichi fino ad arrivare alla prima squadra, da vice di Spalletti nella stagione 1997-1998”.

Più forte l’Empoli di Sarri o di Giampaolo?

“Due ottime squadre, ma al momento i numeri sono dalla parte di Giampaolo. Ha più punti – a questo punto del campionato – rispetto a un anno fa. Giampaolo è un ottimo tecnico, l’ho visto lavorare ed è preparato come pochi altri”.

Peccato sia stato per qualche anno ai margini del calcio italiano.

“Vero, ma sono cose che in una lunga carriera possono capitare. Avere più o meno fortuna fa parte del mestiere, ma se sei bravo come nel caso di Marco, riesci a emergere di nuovo. E lui l’ha fatto, ottenendo risultati e dando un’ottima impronta di gioco ai suoi”.

Sabato, però, dovrà fare a meno di Saponara e Tonelli.

“Non c’è da dormire tranquilli. Quando hai organizzazione collettiva, riesci comunque a sopperire alle assenze. E per noi sarà una gara ad alto coefficiente di difficoltà. Sa cosa mi ha impressionato vedendo le partite dell’Empoli in tv?”.

Cosa?

“Il fatto che nessuna squadra sia riuscita a metterli seriamente in difficoltà. Hanno un’intensità e un dinamismo importanti, non è facile per nessuno tenere certi ritmi. Meritano la classifica e il momento che stanno vivendo”.

Le piace Paredes, centrocampista argentino di proprietà della Roma?

“Sì, è un ottimo giocatore. Le qualità già ce l’aveva quando era stato preso da Sabatini dal Boca Juniors, ma Empoli gli ha permesso di esprimerle nel migliore dei modi. Ha qualità, visione di gioco, sarà pure lui un avversario da tenere in considerazione. Le caratteristiche sono quelle di un trequartista, ma quest’anno si sta proponendo come un ottimo regista. Se hai qualità, riesci a fare bene in più ruoli”.

Fonte: AS Roma Match Program

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