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AS ROMA Pizarro: “Ho sempre voluto giocare qui. Con Spalletti stima reciproca. Quel Roma-Sampdoria fu un incubo”

David Pizarro
David Pizarro

Slide-show stasera per David Pizarro, ex regista della Roma e fedelissimo di Luciano Spalletti, in giallorosso dal 2006 al 2011. Ecco le sue parole:

Su Spalletti:

“C’è una stima reciproca, ho dato sempre il massimo, mi sono comportato da professionista. A differenza degli altri, è un uomo vero, le cose non le manda a dire. Ha il fisico per confrontarsi con tutti, cosa che io posso fare solo a parole. Nasco regista con Hodgson, mi ha messo dietro perché aveva capito che da trequartista in Italia morivo di fame, avendo le qualità per poter sfruttare meglio i miei piedi davanti alla difesa, è stata una decisione che mi ha dato tanto. L’anno dello scudetto della Roma con Batistuta, Totti, Delvecchio, Montella, Emerson, Cafu, Candela venimmo a giocare qui, Francesco fece gol di sinistro al volo e da lì ho voluto sempre giocare nella Roma. Essendo sudamericano, siamo abituati a queste piazze”.

Sulle sfide scudetto con l’Inter:

“Loro erano una squadra poderosa. Sicuramente qualcosa ci è mancato, a livello di gioco eravamo superiori. Quello che dispiace è non essere riusciti a vincere lo scudetto, loro avevano una panchina che noi non avevamo. Eravamo solo 13-14 titolari”.

Sulla Coppa Italia 2007:

“Mi prese in braccio Faty, è facile. Credo sia stato il primo trofeo con la Roma, in casa li abbiamo asfaltati col nostro gioco, loro non capivano nulla. A Milano abbiamo rischiato tanto, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Sapevamo che eravamo più forti di loro, ma loro erano una corazzata. Se andavano in vantaggio era impossibile ribaltare il risultato, l’idea era quella di prenderli alti, tenendo la palla, essendo una grande squadra non gli piaceva correre e cercare la palla”.

Il gol al Real Madrid:

“Sicuramente il gol più importante della mia permanenza a Roma. Soprattutto perché quel giorno c’era mio padre in tribuna, quindi più di così non potevo chiedere. Eravamo un gruppo solido, ognuno sapeva cosa doveva fare. Abbiamo messo in difficoltà grandi squadre, il Real, il Chelsea, l’Arsenal, il Manchester United. Economicamente eravamo inferiori, ma a livello di gioco eravamo importanti. La partita con l’Arsenal, per le difficoltà affrontate, con 14 infortunati, Riise che giocò centrale, è stata la partita che ricordo di più. Se Julio Baptista tirava col sinistro passavamo la fase”.

Su quel pareggio a Catania nel maggio 2008:

“Per 60 minuti eravamo campioni noi. Ora che ho lasciato l’Italia, se giocavamo a Parma e l’Inter a Catania, chi lo sa. Purtroppo avevano un campione in panchina, è entrato e ha fatto la differenza. Per 60 minuti l’abbiamo sfiorato. Mirko fece un gol da scudetto. In questo campionato minimo ci hanno levato 7 punti. Al di là dei pianti, ce li hanno levati. Per noi erano tantissimi, lottavamo sempre in campo. Per la qualità che aveva la rosa, ci meritavamo qualcosa in più”.

Totti e il tennis:

“Grandi ricordi, si giocava dopo le partite, dopo le battaglie sul campo si giocava a tennis. Ci chiamavano Duracell. Lui sa che lo battevo sempre. È una gran persona e un grande campione. Portava la pizza con la mortadella, come gruppo quello che si è creato alla Roma non l’ho visto da altre parti”.

Su De Rossi:

“Un campione e un amico, abbiamo vissuto tantissime battaglie. Dopo il gol al Bayern Monaco si parlò di questa foto tantissimo. Ribaltammo un risultato, nel primo tempo non la prendemmo mai, il Bayern aveva qualità enormi. Nel secondo tempo siamo venuti fuori e abbiamo vinto 3-2. Questa rosa se la giocava con tutti. Daniele nelle sue interviste diceva che prima del debutto andava in Curva, essendo una piazza particolare e essendo romano viene subito accusato, dispiace vederlo in questi scenari. Il suo compito è sempre giocare a pallone, gli anni che sono stato vicino a lui faceva la differenza”.

Sul rapporto con Ranieri:

“Primo anno benissimo, secondo meno. Mi accusò di mancanza di professionalità, mi è dispiaciuto tantissimo per quanto accaduto nel primo anno. Che colpa avevo se avevo un ginocchio che si gonfiava il doppio a ogni allenamento? Era impossibile dare una mano. È stato difficile digerirla, mi puoi dire di tutto tranne che non sono professionale. Mi è dispiaciuto”.

Su Roma-Sampdoria del 25 aprile 2010:

“L’incubo. Nel primo tempo poteva finire 4-0. Stavamo 1-0 e ricordo che c’era un rigore per fallo di mano clamoroso di Zauri. Nel secondo tempo un black-out, non capiamo perché. Mi ricordo che il portiere loro fece dei miracoli. Loro mai in partita, mai. Hanno fatto due cross e abbiamo perso la partita. Abbiamo perso l’occasione che ci eravamo creati con tanto sacrificio”.

Su Luis Enrique:

“Le idee venivano completamente cambiate, società e allenatore diverso. Era peggiorata la situazione di mia sorella, non c’ero con la testa. Volevo solo stare con lei”.

Fonte: Roma TV

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