Tre anni di sorveglianza speciale, con obbligo di soggiorno a Bergamo. E’ la richiesta avanzata dal pubblico ministero Laura Cocucci nel corso dell’udienza in camera di consiglio al tribunale di via Borfuro per decidere sulla misura da imporre a Claudio Galimberti, detto il Bocia.
I tre giudici Ilaria Sanesi, Vito di Vita e Federica Gaudino, renderanno nota la loro decisione nei prossimi giorni.
La richiesta iniziale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza a Galimberti, che era presente in aula accompagna dal suo avvocato Andrea Pezzotta, era stata avanzata dalla questura di Bergamo, dopo un primo avviso verbale del questore nel giugno scorso e due denunce in un mese: la prima a settembre per aver minacciato il capo della Digos Giovanni Di Biase nel corso di una manifestazione in via Noli; la seconda a ottobre per aver picchiato un ragazzo che lo aveva rimproverato dopo averlo scoperto scrivere su un muro “Digos infami”.
La sorveglianza speciale di pubblica sicurezza si applica ai soggetti che vengono ritenuti pericolosi per la sicurezza e per la pubblica moralità. Può durare da uno a cinque anni e prevede pesanti restrizioni per la libertà personale, come il ritiro di patente e passaporto, l’obbligo di rimanere a casa in determinati orari, e di non frequentare specifici luoghi o persone.
Fonte: bergamonews.it