Per Lucas Digne questi non sono stati mesi facili: l’addio di Garcia, l’infortunio muscolare, il dubbio che con la difesa a 3 e l’arrivo di Zukanovic lo spazio per lui si riducesse, non lo hanno fatto vivere sereno, anche se mai gli è uscita una parola fuori posto, né in francese né in italiano.
Con il Carpi, oltre al gol, ha toccato 142 palloni: nessuno tra i difensori di A ha fatto meglio quest’anno. Un numero rilevante, soprattutto se si considera che l’arrivo diSpalletti ha rivoluzionato la vita — calcistica, s’intende — di Digne, che mai in carriera aveva lavorato così tanto sulla tattica: sia Garcia siaBlanc preferiscono lasciare ampia iniziativa alle individualità, il tecnico toscano no, né in attacco né tantomeno in difesa, dove l’addestramento di Baldini, Domenichini e Andreazzoli è martellante. Digne sta imparando, ascolta i consigli (a volte anche con toni aspri), si applica e cresce.
Il futuro: a giugno sarà Luciano Spalletti a decidere con Sabatini — o chi per lui — se varrà la pena fare o meno un investimento del genere: minimo 16 milioni la cifra richiesta dal Psg. Finora è stato un punto fermo della squadra, 28 partite con la Roma, più della metà di quelle disputate in due anni a Parigi (44).