Dall’altra parte dell’oceano il tono di James Pallotta, interpellato sulla questione Totti, appare quasi infastidito. «Lo rispetto e lo incontrerò — garantisce il presidente della Roma —, ma le vostre ricostruzioni sono fantasiose. Ed ascoltate solo una campana». «Il fatto riguarda l’area tecnica», ha assicurato il dg Baldissoni, quindi «la società non deve prendere nessuna posizione», era «una decisione che competeva all’allenatore», «legittima», ma «(gaspo
Chiunque al posto del d.g. romanista avrebbe fatto la figura di un Ponzio Pilato. «L’allenatore con profondo rammarico ci ha comunicato che non avrebbe ritenuto di utilizzarlo…». «Ripeto — prosegue Baldissoni —, non è una punizione, ma una considerazione sulla serenità del calciatore e del gruppo, sullo stato mentale anche rispetto ai compagni. In considerazione di quello che avrebbe potuto dare sul campo…».
Il classico caso in cui la toppa, ammesso che la società volesse mettercela, è peggiore del buco. Totti escluso dalla sfida con il Palermo, che avrebbe dovuto giocare da titolare (Spalletti dixit), perché senza la serenità necessaria, anzi senza lo stato mentale adeguato. Non è il massimo, e nemmeno le considerazioni che seguono – scrive la Gazzetta dello Sport – devono aver rasserenato il capitano romanista: «Francesco sta vivendo con disagio il fatto di essere meno protagonista. Lui si sente ancora dentro il campo. Per questo, oltre a rispettarlo, gli siamo vicini e gli vogliamo più bene di prima». Poi, la botta: «Ricomporre? Non possiamo perderci dietro situazioni individuali, conta la Roma. Francesco è una parte onorevole e prestigiosa della storia di questa società». La sensazione è che lo strappo con Totti, che Baldissoni nega sia diventato una frattura.