(A. Catapano) – Finito in una congiuntura negativa, vittima di se stesso ma anche, probabilmente, dei maggiori appetiti che suscita la candidatura olimpica, lo stadio della Roma, pur in un contesto politico che dalla caduta della Giunta Marino è diventato indifferente, se non ostile, prova a tornare in pista. Qualche giorno fa, come era prevedibile, James Pallotta ha spostato «tra marzo e aprile» la consegna del dossier definitivo, atteso da agosto e divenuto col passare dei giorni un parto complicatissimo. Il progetto – ma neppure questa è una novità – ha pagato (non solo) le difficoltà debitorie di Parsitalia, la holding di Luca Parnasi. Il giovane costruttore scelto come partner della mega operazione Tor di Valle, come rivelato da L’Espresso, avrebbe appena raggiunto un’intesa con i costruttori emiliani Paolo e Michele Pizzarotti per trasferire in una nuova società, di cui conserverebbe una quota di minoranza, tutte le attività di costruzione, compreso lo stadio di Tor di Valle. Un’operazione che andrà in porto col benestare di Pallotta, cui verrà conferita l’area. Sempre che qualcuno tagliato fuori dall’impresa non si metta di traverso.