(C. Zucchelli) – C’è stato un momento, durante il mercato di gennaio, in cui il suo arrivo è sembrato a rischio. La Roma e il Genoa non riuscivano a trovare una formula che fosse conveniente per tutti. E lui, che già si immaginava in giallorosso, stava perdendo la pazienza. Se Diego Perotti non fosse arrivato alla Roma forse la storia di questo scorcio di stagione sarebbe cambiata, non solo perché da quando è arrivato la squadra ha ricominciato a vincere, ma perché in quelle vittorie c’è il suo contributo: un gol e due assist in 5 match, di cui 4 (compreso quello col Real Madrid) giocati da titolare, ma soprattutto la sensazione di non aver avuto bisogno nemmeno di un minuto per calarsi nella nuova realtà. «Appena sono arrivato – dice a Sky –, mi hanno fatto giocare subito titolare. È stato tutto molto rapido e questo è sempre un bene per un calciatore nuovo che deve inserirsi».
QUESTIONE DI FEELING – Spalletti lo ha utilizzato in tutti i ruoli offensivi. «Il suo gioco per me è ideale. Avere un tecnico così rende tutto più facile. Poi ho trovato dei compagni fortissimi, di grande livello». Tra loro c’è Totti, con cui domani a Empoli si giocherà un posto da titolare. «Per noi è un giocatore importantissimo: non so quale sarà il suo futuro, ma spero che rimanga con noi». Da giovane sembrava un predestinato e la Nazionale sembrava un approdo naturale, poi la sua carriera ha avuto intoppi. «Il momento più bello della carriera è stato l’esordio in nazionale, quando Maradona mi mandò in campo al posto di Messi». Se l’esperienza dovesse ripetersi, saranno contenti anche i romanisti perché significherà che avrà fatto bene in giallorosso.