(A. Angeloni) – Chi ha visto il video, apostrofato dai tempi moderni “virale” (quello del «che ce fai con me ormai…»), si sarà reso conto quanto il Totti scanzonato, ironico che siamo abituati a conoscere, ha lasciato il posto a un Francesco un più triste, meno coinvolto. Immalinconito. Normale. Normale perché il dominio tecnico sta via via svanendo ai piedi dell’età. Totti sa di non essere più quello di prima, sa anche che Spalletti se lo è ritrovato inutilizzabile nel momento in cui la squadra doveva rialzare la testa a suon di risultati. Tottiquesto lo ha accettato, anche se non felicissimo. Il problema tecnico oggi è relativo: sa che un suo impiego arriverà. Del resto, Francesco avrà pensato: se Spalletti mi chiede di entrare con il Real in vantaggio per uno a zero, vuol dire che è ancora convinto che possa dare una mano. Poi però Lucio, nelle interviste, lo tiene un po’ ai margini, parla spesso di forza, di ritmi, di Roma e non del singolo, come a dire: serve gente fresca e concentrata. Uno status non riscontato in lui da Lucio nel lavoro quotidiano e anche in panchina. Una specie di guerra di nervi (due episodi di vecchie ruggini tra i due: quando il capitano si complimentò col tecnico per il primo titolo vinto con lo Zenit, Spalletti replicò: «Poteva dire qualcosa di più quando sono andato via». E ancora nel 2013 Totti: «Ancora dice che sono stato io a mandarlo via dalla Roma, invece era lui che voleva lo Zenit»), a suon di dichiarazioni, per ora unilaterali: a domanda, Spallettirisponde, mentre il capitano è pubblicamente silenzioso. Il tecnico, tra l’altro, ha fatto capire che il contratto del numero 10 non dovrà essere un suo problema. Ma da lui, oggi, come calciatore e capitano, si aspetta di più.
LA PATATA BOLLENTE Il “problema” è della società e qui Totti vorrebbe maggiore chiarezza, cioè perché non dire se il contratto verrà rinnovato? Chi si prende questa responsabilità? Il dito gira come nello schiaffo del soldato. Nessuno parla. La patata bollente finisce a Pallotta, atteso a giorni nella capitale. Facile pensare che il contratto non si voglia fare, perché al contrario l’annuncio sarebbe facile. Ma non deve essere Totti stesso a decidere il suo futuro? Così era. Qualcuno parli, parli chiaro. Per il bene di tutti: è vero, Totti non è più quel Totti, ma della Storia bisogna avere rispetto