(A. Angeloni) Diego non è Dieguito, non lo sarà mai, perché non lo sarà (forse) nessuno (o pochissimi eletti). Ma qui a Roma, Diego Perotti, ha avuto un impatto da sogno: un assist a Reggio Emilia, un gol (molto bello) contro la Sampdoria. E visto che viene dal Genoa, segnare ai blucerchiati avrà sicuramente avuto un sapore speciale e questo di certo non guasta. Due prestazioni molto convincenti, per uno accolto nella capitale con sufficiente diffidenza, non tanto per le sue qualità tecniche ma per la sua collocazione in campo. Non servivano attaccanti, si diceva. Ma forse serviva Perotti, che in attacco, con Spalletti, fa un po’ tutto: esterno, trequartista, finto centravanti. Corsa, dribblig, appunto gol, voglia di sacrificarsi e qualche ciliegina tecnica. Meglio di così non poteva cominciare. Diego ha voglia di (ri)confermarsi ad alto livello, visto che arriva da un’esperienza in Spagna molto negativa e una al Genoa tra alti e bassi. Le qualità ci sono, qui ha ricominciato a svilupparle e le mostra, per ora, con continuità.
SODDISFATTO – Il rammarico quotidiano è non aver ammazzato la partita contro la Samp. Partita che la Roma ha rischiato di pareggiare. E quel bel gol di Diego sarebbe finito nel dimenticatoio o comunque in secondo piano. «Si è vero, abbiamo subito una rete fortunosa, siamo riusciti a vincere, soffrendo di squadra», ammette Diego. Soffrire di squadra e soffrire, c’è poca differenza. «Conta aver vinto: abbiamo recuperato due punti su chi sta avanti, dobbiamo essere soddisfatti. I nostri tifosi ci hanno aiutato nel momento di difficoltà, ora siamo in una buona posizione in classifica. Alla fine eravamo un po’ stanchi, abbiamo sentito nelle gambe la partita di martedì contro il Sassuolo. Il gol ai rivali della Samp? Per me è un derby contro i blucerchiati, sono molto felice per aver fatto gol. Una dedica? Alla famiglia, agli amici e a tutti quelli che mi sono stati vicini», le parole dell’argentino. Diego, infine, spiega il perché di questo impatto esaltante nella Roma. «Sono arrivato e l’allenatore mi ha fatto giocare subito. Questo è importante per un calciatore, ti fa subito sentire addosso la fiducia. Il ruolo? Mi piace giocare sulla fascia, l’ho fatto tante volte».