(U. Trani) Il Real si comporta da grande e non fa cilecca. Ma la Roma piace e i 56.000 dell’Olimpico promuovono il gruppo di Spalletti che, almeno per un tempo, gioca alla pari contro i galacticos. Che, con il 2 a 0 e la solita prodezza di Ronaldo, si avvicinano ai quarti di Champions. Il punteggio, però, penalizza eccessivamente i giallorossi, ai quali l’arbitro nega 2 rigori.
DOPPIA LINEA Il sistema di gioco, tra i diversi provati da quando Spalletti è stato richiamato a Trigoria, è l’ultimo utilizzato: il 4-1-4-1 scelto nella ripresa, venerdì scorso a Modena, per vincere contro il Carpi. E funziona bene per 45 minuti. Il Real, dopo 5 anni, chiuderà la prima parte di una gara di Champions senza mai centrare lo specchio della porta: era successo nel maggio del 2011, ma contro il Barcellona. Spalletti, insomma, ritorna in Europa con la difesa a 4 e con 2 terzini come Florenzi e Digne che non permettono di passare a 3. La scelta è, dunque, chiara, anche perché De Rossi inizia in panchina e al suo posto c’è ancora Vainqueur a schermare il reparto arretrato. La sorpresa della serata è l’esclusione di Dzeko. Al suo posto avanza Perotti, per far pressing su Kroos e sui centrali Varane e Sergio Ramos. Dietro di lui accelerano, sui lati, Salah ed El Shaarawy per ribaltare l’azione. La più semplice che ci sia: uno va con la palla, l’altro taglia in mezzo sul primo palo. Ma i giallorossi non sfruttano solo le fasce. Dalla seconda linea a 4, quella di centrocampo, anche Pjanic e Nainggolan si affacciano con continuità nella metà campo del Real. Lì la Roma prova a rubare palla. Se non ci riesce, va a riprendere, con tutti i suoi interpreti, le posizioni di partenza.
DIFESA QUASI BLOCCATA Florenzi e soprattutto Digne non accompagnano l’azione. Non è Spalletti a bloccarli quanto la velocità di Ronaldo e James Rodriguez a preoccuparli. Il 4-3-3 di Zidane, anche se propositivo, non produce chance. Marcelo, approfittando della libertà che gli concede Salah, attacca dal lato di Ronaldo e, andando al tiro di sinistro, crea l’unico pericolo della prima parte. L’attenzione della Roma è premiata. E non manca nemmeno il coraggio. El Shaarawy sembra ispirato. Fa il movimento giusto in area, ma non inquadra la porta dopo l’ennesima fuga di Salah. E, prima dell’intervallo, subisce lo straordinario recupero di Varane dopo la verticalizzazione di Vainqueur. Il pubblico apprezza lo sforzo dei giallorossi e li accompagna, applaudendo, negli spogliatoi.
GAP EVIDENTE Ronaldo, al primo tentativo, spacca al porta e la partita. Tacco in corsa per liberarsi di Florenzi e portarsi la palla sul destro. La conclusione, potente e precisa, è imprendibile per Szczesny anche per la leggera deviazione del terzino giallorosso. Il portoghese festeggia il 33˚ gol stagionale (21 nella Liga e 12 in Champions). La reazione della Roma c’è, ma la differenza tra le rose esce fuori alla distanza. Salah è stanco e si vede: entra in area, ma il tiro è fiacco e centrale. Spalletti dà spazio a Dzeko, fuori El Shaarawy: il centravanti invita alla conclusione Vainqueur che, dal limite, calcia però fuori.
PROTESTE GIALLOROSSE El Shaarawy, prima di uscire, cade in area, toccato dal portiere Navas. L’errore dell’arbitro, sullo 0 a 0, va a incidere sul risultato. Kralovec sorvolerà anche sull’entrata di Carvajal che sbilancia Florenzi. Il secondo rigore chiesto dalla Roma è addirittura più evidente del primo. Dzeko si vede solo quando, sfruttando il rimpallo favorevole, conclude sull’esterno della rete. Zidane vede sbagliare il gol più facile a Ronaldo, colpo di testa a lato. Ma, dopo gli errori di James Rodriguez e Benzema, esulta per il contropiede chirurgico di Jesè. A bordo campo c’è Totti, chiamato a gran voce dai tifosi: è la sua prima presenza in questa edizione. La serata è ormai finita. Ma, nonostante il ko (il 3˚ stagionale in Champions), sono ancora applausi. Per l’esibizione, la migliore da quando è tornato Spalletti.