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IL MESSAGGERO Roma, Dzeko non si tocca

Dzeko
Dzeko

(U. Trani) Il Picconatore di Trigoria, di ritorno nella notte da Reggio Emilia, ha preferito gli occhi alle parole. Ha incenerito con lo sguardo chi ha provato a mettere in dubbio la professionalità di Dzeko. Spalletti ha difeso il suo centravanti senza nemmeno aprire bocca. Fastidiosi, anzi insopportabili, i pettegolezzi che ha sentito prima e dopo la gara di martedì. Edin ha preso un brutto colpo contro il Frosinone ed è rimasto a casa per curarsi. Ma proprio la sera della partita il bosniaco è diventato papà per la prima volta. E la mancata partenza con i compagni è stata subito associata all’arrivo della piccola Una. Ditelo a tutti, non a Lucio. Che, pure dopo il successo della Roma contro il Sassuolo, si è ricordato del suo finalizzatore in difficoltà.

PUNTA DI RIFERIMENTO – Dzeko, dunque, non si tocca. E non è in discussione. Nè per Spalletti nè per la squadra. Questo per spiegare che l’allenatore non sta pensando di ripetere il percorso di 10 anni fa, quando avanzò Totti da centravanti mascherato nel 4-2-3-1. La Roma di oggi, insomma, non sarà come quella di ieri. Lucio non rinuncerà alla prima punta, soprattutto al titolare. Se il bosniaco sarà a disposizione (e fisicamente al meglio), andrà sempre in campo, nella rincorsa al terzo posto che, dopo la vittoria della Fiorentina, è di nuovo a 4 punti. I giallorossi sono al 5° posto, a meno 3 dall’Inter.

OPZIONI VARIE – La Roma di Reggio Emilia è stata diversa dalle altre 3 proposte da Spalletti contro il Verona, la Juventus e il Frosinone. Con 2 attaccanti larghi e il trequartista che però non è stato sempre lo stesso, cioè Perotti. Salah ed El Shaarawy piazzati sulle fasce, nonostante il toscano preferisca che soprattutto il primo sia più dentro al campo, e allertati per entrare in area dall’esterno. In mezzo sono stati gli altri a inserirsi. Pjanic, Nainggolan, Perotti e addiririttura Maicon che, dopo aver fatto 80 metri abbondanti, è andato al tiro, sfruttando lo scambio con Salah. Tanti Perrotta, per fare il balzo indietro più scontato, e non solo Perotti. L’imprevedibilità è stata fondamentale nella prima parte, la migliore per il gioco e per l’efficacia. Il test è piaciuto al tecnico. Che, con 6 assenti in partenza (e con De Rossi uscito prima dell’intervallo e Totti in panchina solo a far numero), ha ricevuto la risposta migliore dagli interpreti, meno anarchici che in passato e più coinvolti nel palleggio. Comportamento da squadra e a prescindere dal sistema di gioco.

INTERPRETI POLIVALENTI – Ormai i tre settimane, lavora giorno e notte: i risultati già si vedono». Pallotta, entusiasta di Spalletti, è convinto di aver fatto bene a dar retta all’amico Zecca. Del toscano accetta anche il ruolo di Picconatore. In conferenza stampa, in allenamento e in partita. Perché, anche contro il Sassuolo, non ha risparmiato rimproveri in corsa ai giocatori: a Keita, troppo statico e poco partecipe in mezzo al campo; a Salah, egoista quando non ha passato il pallone del possibile 2 a 0 a Nainggolan; a Szczesny, per qualche rinvio sballato; e soprattutto a Gyomber, per aver attaccato troppo nel finale. A quest’ultimo ha urlato: «Ma dove vuoi andare? Resta lì. Fermati lì.». In inglese. Ma con the pickaxe (il piccone) sempre a portata di mano.

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