(G. Lengua) – «Lento? Cosa significa lento? Io non sono lento, uso la testa, sono intelligente». Ervin Zukanovic non le manda a dire. Nella presentazione a Trigoria assieme a Diego Perotti, il difensore ex Samp puntualizza e risponde a Spalletti che lo aveva definito «non troppo veloce». «Io posso coprire perfettamente il mio spazio, non c’è nessun problema se sono lento. Mi trovo bene sia nella difesa a quattro che a tre», le parole di Ervin. «Spalletti mi ha dato subito un’opportunità, sono in Italia da un anno e mezzo e mi trovo bene. Ora ho un’occasione importante per dare il massimo in una grande squadra». Gli fa eco Perotti, acquistato il penultimo giorno di mercato: «Essere qui è un passo decisivo per la mia carriera. Devo ringraziare anche il Genoa che mi ha accolto quando non stavo benissimo fisicamente. Ora sono in top club dove non mi devo addormentare. Voglio far bene perché qui se non sei al 100% tutto il mondo se ne accorge. Il mio ruolo? Se devo scegliere sarebbe meglio a sinistra».
ANSIA GERMANIA – Zukanovic era a un passo dallo Stoccarda. Le visite mediche erano prenotate, tutti lo aspettavano, ma lui su quell’aereo che gli avrebbe fatto cambiare definitivamente vita, ha scelto di non salire: «C’era un’offerta dalla Germania e stavo per andarci, ma all’aeroporto ci ho ripensato. Nella mia carriera ho viaggiato tanto, ho cambiato paesi, ma la mia famiglia si trova bene in Italia. Ho chiamato il mio procuratore e ho scelto di non andare». Poi, la svolta: «Quattro ore dopo mi ha richiamato parlandomi della Roma e sono stato veramente felice». Se per Zukanovic la trattativa è stata estemporanea, lo stesso non è accaduto a Perotti, oggetto di un’operazione lunga ed estenuante. «Mi avevano parlato della Roma venti giorni prima, poi la trattativa si è allungata. Quando ho finito la partita con la Fiorentina mi hanno comunicato che dovevo partire. Non avevo neanche un altro vestito da mettermi…».
SOGNO NAZIONALE – Classe ’88 e con solo due presenze nell’Argentina, difficilmente Perottiriuscirà ad entrare nel giro della nazionale, ma la speranza di vestire la maglia dell’albiceleste non è del tutto tramontata: «Certo che ci penso, è sempre nella mia testa. Per ogni giocatore la nazionale è un sogno e credo che giocando a Roma ho qualche possibilità in più».