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IL TEMPO «Roma alla pari del Real»

Spalletti
Spalletti

(A. Austini) – Dalla resa anticipata di Garcia a Barcellona allo slancio d’ottimismo di Spalletti. Tre mesi dopo la batosta del Camp Nou stasera all’Olimpico si gioca Roma-Real Madrid per l’andata degli ottavi di Champions e secondo il tecnico giallorosso «non ci sono favoriti. Abbiamo il 50% a testa di possibilità di qualificarci».

Lo dice in pubblico per convincere i suoi giocatori quantomeno a provarci e i tifosi a spingerli. Lui che l’impresa l’ha già centrata nel 2008. «Allora è stata una sorpresa e questa volta sarebbe lo stesso. Quella Roma era già rodata, attualmente abbiamo imboccato una strada che può esaltare le nostre qualità e sono fiducioso: è la partita adatta per avere delle conferme. Il calcio è uno sport, uno spettacolo, il pubblico ha bisogno di impulsi forti. Non sarei meravigliato se alla fine ci qualifichiamo».

Vaglielo a spiegare ai tuoi che c’è un modo per fermare contemporaneamente Ronaldo, James, Benzema, Modric e tutti gli altri. «Cristiano l’ho incontrato sei volte – spiega Spalletti ricordando i confronti col Manchester United – e fa sempre la differenza. Ma non costruirò nessuna gabbia su di lui né chiederò a tre dei miei di marcarlo: non posso dire loro che valgono un terzo di Ronaldo, altrimenti mi servirebbero 33 calciatori. Florenzi lo seguirà? Può riuscirci insieme ad altri, lui riesce a fare cose diverse ma tutte bene». Poi un avviso ai senatori, non solo a Totti: «Se mi devo basare sull’esperienza vinciamo noi, basterebbe schierare Maicon, Keita, De Sanctis… Bisogna vincere la partita e ci vuole forza, corsa, disponibilità a sacrificarsi anche per il compagno. Tutti quelli che avranno queste qualità mi staranno più a cuore. Non alleno nient’altro che il risultato della Roma».

Scacciare dalla testa dei ragazzi il ricordo fresco di Barcellona e quello non troppo lontano del Bayern è stata una delle missioni spallettiane della vigilia. «Questa squadra ha ottenuto anche altri risultati positivi. Parliamo di un nuovo stile Roma e ora basta dire che qui non si può lavorare bene: è una str… ata». L’esempio da non seguire è l’ultima sfida co la Juve: «Non sono stato contento di quella gara nonostante molti ci abbiano fatto dei complimenti, perché non abbiamo neppure provato a vincere. Bisogna avere il coraggio di osare, non ci pentiremo dei cattivi risultati ma di dove non siamo stati noi stessi».

Detto tutto questo, il rispetto dell’avversario deve essere massimo e il toscano lo sa. «Il Real è la squadra che poco tempo fa ha vinto la Champions, da parte nostra serve impegno totale. La squadra di Zidane mi sembra che riparta meglio rispetto a quella del 2008 che ti avvolgeva e poi stritolava col gioco. Ora è più cattiva e ribalta l’azione con una velocità impressionante». Al suo collega meno esperto riconosce il massimo rispetto guadagnato da calciatore. «Sono convinto che come io ho imparato tantissimo dai campioni, Zizou sarà nelle condizioni di trasferirlo ai suoi giocatori. E ha il vantaggio di aver fatto parte di questo gruppo fino a poco tempo fa».

Le quattro vittorie giallorosse di fila sono servite a riportare entusiasmo: lo stadio sarà pieno come non si vedeva proprio dalla sfida d’andata col Barcellona. Il merito, secondo Spalletti, è anche dei «topolini» ufficiali. «Ora le “sentinelle” che guardano gli allenamenti sono della Roma e traspare all’esterno la voglia di lavorare. Finora non abbiamo giocato un calcio spettacolare ma ci abbiamo messo tutto. Abbiamo bisogno del nostro pubblico, non c’è cosa più brutta che giocare all’Olimpico senza pubblico. Il cantante che non ha spettatori a un concerto canta peggio, col Real i miei giocheranno meglio perché sanno che la Curva Sud è piena e darà un contributo importantissimo».

Mantenere intatto quel 50% al Bernabeu sarebbe di per sé un gran risultato.

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