(A. Austini) Almeno sul campo la Roma respira. Nella notte dei tormenti su Totti, dell’Olimpico (o meglio di quel che ne resta) che si schiera apertamente dalla parte del capitano e contro Spalletti, la squadra porta a casa la quinta vittoria di fila in campionato contro il Palermo ridotto a brandelli da Zamparini e risponde ai successi di Inter e Fiorentina. Il terzo posto resta a due punti di distanza, con la prospettiva di ospitare a breve in casale due concorrenti negli scontri diretti. Per adesso è meglio non guardare più su.
Dopo la delusione con il Real e lo choc per l’esclusione del capitano il tecnico cercava una risposta dal punto di vista nervoso del gruppo e si può ritenere soddisfatto, anche se il valore delle avversarie ha sicuramente inciso in questo filotto di vittorie. Il modulo e di nuovo diverso, probabilmente quello che Spalletti aveva preparato alla vigilia per far giocare insieme Totti e Dzeko. Accanto al bosniaco c’ e invece Salah, con Pjanic a suo agio nel ruolo di rifinitore e tre mediani: Keita in mezzo a Florenzi e Nainggolan, che si scambiano le fasce. La Champions ha tolto energie, l’altro innesto rispetto al Real e Maicon in una difesa mai impegnata mentre riposano Perotti ed El Shaarawy. Dopo 25 minuti di nella Giacomelli fischia un rigore per la Roma ma in un attimo ci ripensa e inverte il fallo punendo Nainggolan per il contatto con Vazquez: decisione incomprensibile. Subito dopo Dzeko sbagliail gol piu incredibile della sua carriera, praticamente da dentro la porta vuota. E gli occhi di tutti tornano verso Totti in tribuna. Ma Edin, dopo aver toccato il fondo, si rialza in un attimo: stop e sinistro di rabbia, ben più difficile di quello che aveva appena fallito. Dai fischi per il centravanti si passa al coro in suo favore, benvenuti nella citta piu umorale del mondo.
A quel punto la Roma ha vita facile e sfiora it raddoppio con la punizione di Pjanic che si stampa sul palo prima dell’intervallo. Si riparte con lo stesso copione: pallino in mano ai giallorossi e Maicon vicino al gran gol al volo. Ci pensa Keita a firmare il 2-0 sugli sviluppi di un angolo: è il diciottesimo marcatore stagionale compresa la Champions. Poi entra in scena Salah, ed spettacolo. Non si accontenta del diagonale in velocità per il 3-0 (con assist sublime di Dzeko) e inventa un poker pazzesco dalla linea di fondo dopo aver sbagliato lo stop. La festa giallorossa non è finita e Spalletti decide di far partecipare anche Iago Falque (Florenzi diventa trequartista per qualche minuto prima di fare anche il terzino) e soprattutto Strootman, di nuovo in campo al posto di Maicon a 393 giorni dall’ultima gara ufficiale giocata. Tutti in piedi ad applaudirlo, sperando che sia davvero la volta buona per ritrovare un campione troppo sfortunato. L’olandese si piaz-za accanto a Keita nel 4-2-3-1 ridisegnato da Spalletti, smista qualche pallone e testa le condizioni di un ginocchio apparentemente stabile. Era ora. Dulcis in fondo la prima doppietta di Dzeko in giallorosso. Non c’ era modo migliore per scrollarsi di dosso il caso Totti.