(M. Pinci) Forse in Francia o Inghilterra non tutti sanno che la Roma s’è finalmente ritrovata battendo in trasferta il Sassuolo. Il Francesco Totti show del Mapei Stadium però non sarà sfuggito nemmeno lì.
Potenza delle immagini, potenza di un’icona: pur senza giocare un minuto è suo il volto della Roma tornata a vincere e a divertirsi. I palleggi a bordo campo con un piccolo raccattapalle, che certo la serata non se la dimenticherà più (pure per gli urlacci di Di Francesco). Poi il teatrino con Pjanic e lo scherzo della “goccia” (Francesco batte la punta del dito sulla testa del compagno e guarda in alto, facendogli credere piova) che a Trigoria miete vittime da vent’anni. Le immagini hanno scaricato i contatori di visite dei vari siti dilagando attraverso i social network, anche se Spalletti durante la partita non avrà apprezzato moltissimo: «Ormai Francesco fa l’attore» dice.
Pazienza se l’uscita non ha divertito troppo il capitano, che calciatore si sente ancora e l’intenzione di prolungare il contratto in scadenza a giugno (ma che ne pensa Pallotta?) l’ha già manifestata. Certo però che quel video è testimonianza preziosa del cambiamento che vive la Roma, sostituendo negli umori romanisti quegli atteggiamenti di chi «sta in panchina e fa il visuccio o brontola quando viene sostituito», denunciati dall’allenatore non più tardi di tre giorni fa. Ora si ride insieme, si scherza fuori dal campo per allentare la tensione agonistica e ci si aiuta dentro.
Novità “climatiche” sovrapposte a quelle tattiche, e benedette dalla rinuncia al centravanti classico. Così, privata dei (propri) punti di riferimento, la squadra s’è ritrovata. Quasi una questione genetica dopo campionati interi senza un vero numero nove, che a conti fatti manca dai tempi di Batistuta e Montella. Ora la Roma non sa più che farsene: non hanno attecchito Borriello e Osvaldo, Destro e Doumbia e anche il neo papà Dzeko – martedì è nata la piccola Una – sembra un corpo estraneo, rigettato dal dna romanista.
Al contrario funziona Perotti: costretto a nascondere il trolley nello spogliatoio (domenica era in campo col Genoa, martedì con la Roma), in quella squadra pare giocare da sempre. Più trequartista che “falso nueve”, al punto che Spalletti gli ha più volte urlato di stare alto, di non nascondersi tra i centrocampisti. Eppure con l’argentino dentro e Dzeko ai box i meccanismi sono tornati naturalmente fluidi: El Shaarawy ha segnato ancora (sempre in gol nelle prime due, l’ultimo fu Jovetic ad agosto) proprio su suo invito. E la Roma oltre a vincere ha addirittura rubato applausi. Pensare che appena 18 giorni fa, contro il Verona, Nainggolan aveva festeggiato quasi da solo il gol. Nulla di più lontano dal “mischione” di abbracci visto martedì. Lo stesso di Roma-Frosinone, quando il Totti-show era un assist gol per Pjanic. In attesa del bis, continuerà a scherzarci fuori.