(E. Sisti) Diceva Sir Alex Ferguson: «Quando un italiano dice pasta io vado sempre a guardare sotto il sugo, nell’arte dell’inganno sono dei veri innovatori». Mai augurarsi un italiana agli ottavi, pensava Ferguson, quando le incontrava e quasi sempre le eliminava: «Eppure non c’era volta che non mi sfuggisse un dettaglio». Ora Ferguson è triste e deluso. Nella Champions che riprende domani con il primo segmento dell’andata degli ottavi di finale, Benfica-Zenit e Psg-Chelsea, e mercoledì con il secondo, Roma-Real Madrid e Gent-Wolfsburg, non c’è il suo disastrato Manchester United, deragliato senza appello in Europa League. Mancherà anche colui che forse diventerà il nuovo allenatore del pubblico e della squadra dell’Old Trafford, Josè Mourinho, licenziato dal Chelsea (ora c’è Hiddink), mancherà Benitez, appiedato dal Real Madrid, mancheranno Lucescu e il suo Shakthar, diventati ormai clienti abituali della “knockout phase”. In compenso debutterà Zidane in panchina e Spalletti ci dirà molto del suo modo di attaccare (bene) e di difendere (non bene). In campo sarà la prima volta agli ottavi per Gent e Wolfsburg.
Per Juventus e Roma si tratta di incroci già vissuti. Non è andata sempre bene. La Juventus (andata il 23), ha giocato otto volte contro il Bayern: ne ha vinte quattro ma il Bayern ha vinto le ultime tre. Era la Juve di Conte quella che si consegnò nei quarti del 2013, grazie anche a un gol di Mandzukic, al Bayern di Heynckes destinato ad alzare la Coppa. Era la Roma di Spalletti quella che nel 2008, con un Aquilani strepitoso a centrocampo, vinse per la prima volta al Bernabeu dopo che Vucinic aveva fatto prima impazzire e poi espellere Pepe (ai quarti i giallorossi caddero ancora una volta di fronte a Ronaldo e Rooney, ma senza 7-1). La cura Spalletti, che manca da due anni in Champions (la sua ultima agli ottavi con lo Zenit nel marzo 2014) ha certamente riavvicinato la Roma al Real Madrid, la partita non è più così sbilanciata: «Ma attenti sempre, in Europa c’è chi può distruggerti». Le 15 vittorie consecutive in campionato hanno allentato la morsa del Bayern sulla Juventus: Guardiola in uscita fa meno paura e l’organizzazione di Allegri potrebbe far cambiare parere anche agli scommettitori (fra i tifosi è già cambiato). Si dice che le Coppe a febbraio siano sempre un’altra cosa. E’ vero. Infatti sono molto più difficili. L’importante è esserci arrivati (anche per le entrate, 35 mln per la Juventus, 18 per la Roma).
Giovedì in Europa League, delle tre italiane la Lazio è l’unica ad aver pescato una “decaduta” dalla Champions, il Galatasaray dell’ex Muslera e degli ex-interisti Sneijder e Podolski (inquietante la coincidenza: l’11 settembre 2001 si giocarono Roma- Real Madrid e Galatasaray- Lazio). Il Napoli s’immerge per incontrare il sottomarino giallo Villarreal, mentre la Fiorentina ospita il Tottenham più pericoloso dai tempi di Bale. Speriamo abbia ragione Ferguson. L’italiana si finge debole, morta addirittura. Poi azzanna.