(M. Pinci) – Segnali di risveglio. Presto forse per meritare una maglia da titolare senza se e senza ma, soprattutto in una Roma che anche senza di lui ha dimostrato di saper vincere. Ma certo dopo la panchina contro la Samp Edin Dzeko ha voglia di riprendersi il campo. E ha trovato il modo di dimostrarlo anche a Spalletti. Che in lui ha sempre creduto – a parole e nei fatti – ma che anche contro il Carpi dovrà anche fare i conti con una squadra capace di trovare proprio nell’assenza del centravanti un equilibrio (quasi) perfetto: lui stenta, i suoi “sostituti” segnano tutti.
SEGNANO TUTTI, TRANNE DZEKO – Due gol nella partitella dell’antivigilia non è la prima volta che li realizza. Forse però stavolta nascondono il desiderio di dimostrare di essere pronto a uscire dal tunnel. Edin Dzeko ci crede: dopo la nascita della piccola Una ha fretta di dedicarle un gol e spera di riuscire a farlo già con il Carpi, venerdì. A livello fisico è perfettamente recuperato dal dolore al polpaccio. In realtà, però, rivederlo in campo dall’inizio con la maglia giallorossa è tutt’altro che scontato. In fondo, approfittando della sua assenza, le altre punte, meno attaccanti di lui, sembrano aver trovato un equilibrio: Salah, Perotti, El Shaarawy, persino Florenzi: i quattro calciatori che si sono alternati nel trio di punta nelle ultime due gare, con Sassuolo e Samp, sono tutti andati a segno, regalando due successi – seppur sofferti – ai giallorossi. E instillando persino il sospetto che la squadra, quasi per un retaggio vecchio di dieci anni e figlio della prima avventura di Spalletti a Roma – fatichi meno se gioca senza punte di ruolo.
RIMPROVERI E REAZIONE – Certo la crisi di Dzeko non si può imputare Spalletti, che l’ha trovato già impantanato in un digiuno lungo due mesi. Anzi il tecnico ha provato a stimolarlo con parole al miele e valorizzandolo in campo. Ha ammesso anche lui che la squadra “deve imparare a servirlo”, criticando quei palloni buttati via “come randellate” dai compagni e ingiocabili anche per uno come lui. Ma poi l’allenatore non ha lesinato – come per altri suoi compagni – qualche rimprovero: “Quando è entrato pensavo mi aiutasse di più”, la critica tecnica. E poi: “L’atteggiamento quando non gli è stato fischiato un fallo è stato sbagliato”, raccontando l’episodio in cui, dopo uno strattone ricevuto, s’è fermato anziché inseguire l’avversario. Un modo per dargli la scossa e in qualche forma“normalizzarlo”: in allenamento, quasi avesse recepito il messaggio, Edin ha risposto presente con i due gol di mercoledì. Gli basterà per meritarsi una maglia da titolare con il Carpi?
Fonte: Repubblica.it