(M. Pinci) – In un periodo in cui le turbolenze intorno al nome del captano della Roma sono all’ordine del giorno, si corre il rischio di cadere nel cliché e definirli “i nuovi Totti”. DiTotti, a dire il vero, lì in mezzo non ce ne sono. Ma la Primavera della Roma rappresenta per motivi diversi uno dei fiori all’occhiello delle Academy italiane. Per quanto riguarda i risultati sportivi, ma anche – soprattutto? – quelli finanziari.
TESORO VIVAIO: 55 MLN IN 3 ANNI E I QUARTI IN “YOUTH” – Sadiq ha segnato due gol in serie A, Di Livio ha debuttato contro il Chievo a gennaio, Soleri addirittura in Champions, a Borisov con Garcia, seppure soltanto nel recupero. Sono i volti più noti della Roma baby che ha strappato per il secondo anno consecutivo l’accesso ai quarti di finale di Youth League (affronterà il Psg). Unica italiana a riuscirci (Juventus e Torino si sono fermate alla fase a gironi), l’anno scorso arrivò addirittura alla semifinale contro il Chelsea. Lì la differenza la fece però l’esperienza: i giovani italiani infatti si confrontano su scala internazionale con coetanei che grazie alle squadre B hanno spesso maturato scampoli di esperienza tra i professionisti. In attesa di farne una bandiera in sede di discussione sulle “squadre riserve”, la Roma può sorridere per altro. Perché i prodotti delle giovanili le continuano a fruttare milioni: 55 in 3 anni, per la precisione. Solo nell’ultimo anno a Trigoria sono piovuti 45 milioni dalle cessioni dei ragazzi fatti in casa: l’ultimo Mazzitelli, al Sassuolo per 3,5 milioni. Prima di lui avevano salutato Pellegrini, (sempre Sassuolo) Viviani (Verona) ma soprattutto Bertolacci e Romagnoli, 36,5 milioni in due (25 il difensore, 11,5 il centrocampista, venduto a 20 ma riscattato per 8,5). E negli ultimi 3 anni la cessione di ragazzi come Barba, Caprari, D’Alessandro, Sabelli o Verre ha prodotto un flusso di cassa pari ad altri 10 milioni. I prossimi potrebbero essere i vari Ricci, 8 gol nel Crotone, Pettinari e Politano. Mentre della Primavera, Sadiq e Nura saranno promossi in prima squadra.
FLORENZI E MANOLAS DOMANI IN GRUPPO, MA A RISCHIO – Discorso a parte merita Florenzi: un altro tesoro made in Trigoria, forse il più luccicante, che la Roma ha intenzione di tenersi stretto. Intanto però Spalletti non sa ancora se potrà contare su di lui a Empoli. L’esterno di Vitinia e il difensore greco Manolas stanno smaltendo i postumi di una brutta influenza che li ha debilitati negli ultimi giorni. Dovrebbero tornare ad allenarsi in gruppo nella rifinitura di venerdì, che anticiperà di qualche ora la trasferta in Toscana, dove la raggiungeranno sabato 4mila romanisti (esauriti anche i 750 posti della Tribuna Laterale Sud, aperta dopo aver registrato il sold out della Curva Sud ospiti). MaSpalletti, a differenza del predecessore, ha spesso preferito risparmiare chi in settimana non si è potuto allenare al meglio: per questo sia Florenzi che Manolas potrebbero restare ai box: soltanto dopo la rifinitura in ogni caso l’allenatore deciderà se portarli con sé sul treno che porterà la squadra a Firenze e poi da lì a Empoli.