(L. Monaco) L’odore del campo umido, il vociare del pubblico che cresce sulle tribune man mano che si avvicina il calcio d’inizio. Emozioni da ottavi di finale di Champion’s League: a sette anni dal rigore fallito da Tonetto contro l’Arsenal, ieri Roma è tornata a sperare nell’impresa contro il Real Madrid, fino ai due gol di CR7 e Jesè. Con l’Olimpico gremito dopo sei mesi di vuoto, curve comprese. Ma il popolo che ha riempito (parzialmente) la curva Sud provando in qualche caso a spingere la squadra contro i Galacticos, non era quello abituale. I 5mila tifosi giallorossi impegnati da settembre nella crociata contro le barriere volute dal prefetto Gabrielli hanno disertato gli spalti ancora una volta, cedendo di fatto il posto a quelli che definiscono «tifosi occasionali». Quando torneranno sugli spalti di casa gli abbonati della curva sud? A oggi non lo sanno neppure loro. I gruppi organizzati attendono la prossima partita casalinga contro il Palermo per capire quale sarà la risposta del grosso dei frequentatori della Sud e si regoleranno di conseguenza. Forse.
Per il momento la firma dell’accordo tra i vertici di Roma e Lazio, la questura e il Coni, che mirava a favorire il ritorno dei tifosi sugli spalti, non ha sortito gli effetti sperati. Il protocollo volto adesso a «evitare la divisione dei gruppi omogenei nelle curve» – che pure potrebbe leggersi come una mano testa alla tifoseria più calda – non convince. «E se ci continuano a multare perché non rispettiamo il posto assegnato?». È uno dei timori più forti degli ultrà. Perché sono state proprio le 50 multe comminate ad altrettanti appartenenti alle frange ultrà che non avevano rispettato il posto indicato sull’abbonamento per Roma-Juventus del 30 agosto scorso a motivare la diserzione dell’Olimpico. Più che una protesta dunque, una via obbligata per non incappare nel divieto di accesso alle manifestazioni sportive (Daspo), almeno inizialmente. Che però ha ingenerato la solidarietà della maggioranza degli abbonati della curva Sud.
La sanzione infatti è prevista dal regolamento di uso dell’Olimpico. Dopo la prima multa, alla seconda infrazione scatta il Daspo per un periodo da 1 a 3 anni. «La gente comune ha scelto liberamente di non entrare più dopo la protesta di Roma-Sassuolo (il 20 settembre scorso, ndr) perché hanno vietato il tifo e semplicemente non si divertiva più – spiega Lorenzo Contucci, avvocato specializzato in normative anti-violenza e profondo conoscitore delle dinamiche del tifo romanista – speravano di sostituire il pubblico della Roma con un tipo di spettatore passivo che non c’è, non esiste. Lo dimostra il fatto che per la partita di ieri la curva Nord è andata esaurita, mentre nella Sud c’erano spazi vuoti. Un fatto mai accaduto prima per una partita così importante e con i biglietti in vendita libera».
In compenso le famiglie continuano a scegliere la tv. Nel campionato in corso infatti, all’Olimpico si è registrata una media di 26mila spettatori a partita, contro i 40mila della stagione 2013/14. Numeri così bassi non si registravano dal 1958. Sebino Nela, come nuovo coordinatore del Supporter liaison officer (Slo) della Roma, proverà a invertire la tendenza, riportando, con il suo ruolo mediare tra la tifoseria e le forze dell’ordine, gli ultrà in curva. «Stiamo cercando di risolvere la situazione», dice laconico. Lo stesso sta provando a fare il supporter trust, “My Roma”: «Saremo parte attiva nella ricerca di una soluzione perché è impensabile una Roma senza curva sud – assicura il presidente, Walter Campanile – le forme migliori per allargare il più possibile il dialogo le troveremo strada facendo ». Non sarà semplice.