(M. Pinci) Una sconfitta da applausi. È un premio di consolazione, ma le parole del presidente James Pallotta alla fine sono dolcissime : «Sono molto orgoglioso della squadra ed eccitatissimo per il lavoro di Luciano e del suo staff, anche in ottica futura. Se avessero fischiato i falli in area sarebbe finita almeno in pareggio. Penso che l’arbitro abbia diretto bene una gara corretta, ma poi alla fine ha commesso due errori».
Mastica amaro e scuote la testa, Alessandro Florenzi: «A guardare lo score sul tabellone non ci si crede». Lui aveva fermato il Barcellona all’Olimpico con un gol da nomination del Pallone d’oro, stavolta la Roma ha solo accarezzato l’idea di bissare quel risultato. «Secondo me abbiamo fatto una delle migliori partite stagionali – dice l’esterno giallorosso – contro un top team che lotterà insieme ad altri due-tre per questa Champions. Ma al Bernabeu non molleremo nulla, ripartiamo da questa Roma. Ci sono mancati fortuna e un po’ di buonsenso. Fortuna sul primo gol, buonsenso per un rigore negato. Anzi, due. L’arbitro l’ha vista così, siamo amareggiati, leggere questo 0-2 non ci piace e non è neppure meritato. Se alla fine i tifosi ci hanno applaudito vuol dire che hanno visto una buona Roma che ha lottato fino al 95’. Ma a Ronaldo non puoi concedere nulla, va a destra o a sinistra è uguale, io sul tiro l’ho toccata e messo fuori causa Szczesny…».
Spalletti alla fine sorride, anche lui incassa il giudizio positivo dell’Olimpico, «abituato a vedere grandi calciatori, grandi partite e grandi giocate, sa benissimo scegliere quando fischiare e applaudire. Altre volte aveva fischiato, se stavolta si è comportato così è perché ha visto il nostro sforzo, ma non siamo stati fortunati nei premi ricevuti. Si erano creati i presupposti per un buon risultato, ma se concedi un metro il Real lo fa diventare un chilometro, e noi invece non siamo stati in grado di concretizzare il metro in più che avevamo in molte circostanze. La scelta era di palleggiare di più, ma non siamo stati sempre equilibrati nella lunghezza in campo. Però non dirò che è un problema fisico, altrimenti darei un alibi ai giocatori. Invece io voglio che facciano vedere di essere bravi come il dirimpettaio. C’è da lavorare, ma parlo di tattica e gestione dellapartita».