(F. Ferrazza) – Una corsa con qualche inciampo, ma che assume sempre di più i contorni convincenti di una vera e propria scalata al terzo posto. La Roma ogni tanto arranca, riscoprendosi acciaccata e impaurita. Fa arrabbiare da matti Spalletti, trascinando i suoi tifosi in un’altalena di emozioni adatta solamente ai cuori più forti. Eppure sta gradualmente rialzando la testa, capace di infilare tre vittorie consecutive, ultima quella contro la Sampdoria, in attesa che possa arrivare anche la quarta, con il Carpi, venerdì sera. «Ma io non sto risollevando niente, contano i giocatori- l’analisi di Spalletti, il giorno dopo la partita- l’allenatore deve fare meno danni possibile e quello che deve essere il sentimento di una squadra come la Roma, va evidenziato. Noi portiamo il nostro nome in giro per il mondo e quindi ci deve essere una qualità interiore che dobbiamo esaltare».
Alla sua seconda presenza con la maglia giallorossa, è stato ancora una volta il migliore in campo (insieme a Szczesny) Diego Perotti. Nuovo idolo dei tifosi per la capacità con quale si è adattato alla squadra, come se ci giocasse da più tempo di tanti che sono nella capitale da anni, ragazzo umile e di sacrificio, capace di bagnare il battesimo dell’Olimpico anche con un gol e sesto giocatore a segnare in cinque gare con il nuovo tecnico, il diciassettesimo stagionale. L’ex genoano sembra davvero essere ormai uno dei titolari inamovibili della Roma che sta plasmando Spalletti. «Perotti è un giocatore maturo che ha già fatto vedere in campionato il livello di qualità che possiede- l’elogio del mister – poi, quando si cambia squadra, si hanno stimoli superiori, che ti permettono di andare anche al di là del nostro meglio». Della serie, va bene entusiasmarsi per l’impatto di Perotti, ma la tenuta dei giocatori va valutata alla distanza. Come quella di Dzeko, che continua a latitare, mostrandosi demoralizzato. Non stava ancora bene fisicamente, contro la Samp, convalescente per il problema avuto al polpaccio, e verrà confermato titolare sia contro il Carpi, sia, il mercoledì successivo, nell’andata degli ottavi di Champions, contro il Real Madrid. La Roma è chiamata a un mini tour de force, e Spalletti punta molto sul centravanti. Contro gli spagnoli, all’Olimpico, non ci saranno i gruppi della curva, ancora in protesta, ma la Sud sarà questa volta piena perché, nella fase di vendita libera, i biglietti sono quasi esauriti.
Si continua a discutere, in questo senso, del futuro che dovrà avere la barriera della discordia, alzata a inizio stagione per rendere più gestibile l’afflusso e l’ordine pubblico all’interno delle due curve romane, almeno nelle intenzioni. Oggi si consumerà in Prefettura un vertice tra Roma, Lazio e Coni, proprio per discutere la questione, cercando di trovare una soluzione che possa riportare gli ultras allo stadio, seppur garantendo la sicurezza. «Stiamo seguendo un percorso che è stato sollecitato dalle due società, in particolar modo dalla Roma- spiega il prefettoGabrielli- è stato siglato una sorta di accordo per trovare una strada che concili gli interessi di tutti. Leggevo che non ne vorrei sapere di parlare di queste cose, e mi viene da ridere. Mi sono stancato: la divisione delle curve non è una mia idea, è un’indicazione del Ministero dell’Interno e di una specifica task force dell’aprile 2014. È una richiesta specifica del questore ed io me ne sono fatto carico, insieme ad altri. La mia unica preoccupazione è che in una curva, dove mediamente ci possono stare 8mila persone, ce ne sono 12mila».