(T. Riccardi) – De Sanctis-Spalletti. Lo loro “storia insieme” è iniziata parecchi anni fa ad Udine. Entrambi hanno un legame forte con la società bianconera, e l’Udinese in quel periodo raggiunse traguardi importanti in Italia e in Europa. Oggi la situazione è diversa, La Roma va a Udine per continuare la serie positiva in campionato e la squadra di Colantuono ha bisogno di fare punti per cercare di raggiungere la salvezza. “Immagino una gara complicata”, le parole dell’ex friulano Morgan De Sanctis.
In che senso una gara complicata?
“Loro non stanno attraversando un periodo felice dal punto di vista dei risultati, il contrario di quello che sta succedendo a noi. Ma questo non basta a far pensare ad una partita a senso unico, anzi il contrario. Sarà una gara difficile, loro daranno tutto perché vogliono togliersi da una posizione di classifica pericolosa ma noi, d’altro canto, dovremmo tener presente che la nostra striscia non deve interrompersi e dobbiamo continuare a risalire in classifica. La strada positiva intrapresa passa necessariamente per una grande prestazione al Friuli, che tra l’altro si presenterà per la prima volta completo, nuovo e ci sarà una bella cornice con tanti tifosi anche della Roma. Una bella partita che alla fine deve vederci vittoriosi”.
Quanto può incidere il fatto che Colantuono sia in bilico?
“Non vorrei circostanziare la cosa all’Udinese perché non conosco la storia di Colantuono e dell’Udinese in questa stagione. È vero che quando ci sono delle aspettative che in un certo senso non vengono mantenute ci si trova ad essere messi in discussione e il primo è quasi sempre l’allenatore. Io mi preoccupo soprattutto del valore di Colantuono allenatore; ha dimostrato di saper far bene sempre nelle piazze in cui ha allenato, le sue squadre, anche se non blasonatissime, hanno sempre giocato bene”.
Come valuta l’organico bianconero?
“Una rosa con tanti talenti, una squadra forte, quindi, in questo senso. Non posso pensare di conoscere quello che potrà essere l’atteggiamento dei giocatori nei confronti di Colantuono o di Colantuono nei confronti dei giocatori e come si tradurrà sul campo. Noi ci stiamo preoccupando di studiare quello che l’Udinese sa fare meglio per cercare di impedirglielo. Siamo noi a dover fare le cose bene per poter vincere la partita”.
Quanto è diverso Luciano Spalletti oggi rispetto a quello di Udine?
“Il mister è stato importante per la mia carriera. Lo è stato per me e per tutti i calciatori che facevano parte di quel ciclo di Udinese, molti dei quali poi si sono affermati, come Jankulosky, Pizarro, Iaquinta e lo stesso Di Natale che arrivò con lui. Spalletti ha fatto molto bene all’Udinese. All’epoca era già preparatissimo e determinato a fare un calcio spettacolare, gli è riuscito quando era all’Udinese e nel proseguo della sua carriera”.
Oggi lo trova ancor più evoluto?
“Sì, è molto più completo ora. Capisco benissimo cosa è successo al mister perché, in una forma minore e da calciatore, l’ho vissuta anch’io. Entrambi abbiamo avuto l’opportunità di andare a fare una esperienza all’estero. In Russia si è confrontato in palcoscenici importanti ed è tornato migliorato. Roma, inoltre, è una piazza che conosceva già, della quale apprezza i pregi e conosce i difetti. È tornato ancor più carico di conoscenze, ma soprattutto consapevole di quello che è il ruolo dell’allenatore. Ovvero, vuole determinare gli atteggiamenti dei propri calciatori non solo da un punto di vista tecnico-tattico, ma anche dal punto di vista comportamentale”.
Le parole del tecnico nel post partita di Madrid, come le giudica?
“Le condivido appieno e non perché ne sia rimasto sorpreso, ma perché il mister, le cose che ha detto in conferenza, a noi ce le comunica continuamente e costantemente da cinquanta giorni, da quando è arrivato. Non sono rimasto sorpreso anche perché si sono verificate delle situazioni nei centottanta minuti contro il Real che avremmo potuto sfruttare che lui ci aveva anticipato, ci aveva messo in guardia…”.
Cosa non ha funzionato?
“Nelle due gare non siamo stati spietati come avremmo potuto e dovuto essere e quindi ci siamo ritrovati con due sconfitte. Poco interessa che siano state immeritate, come poi effettivamente sono state o comunque sproporzionate nel risultato, ma qui si fa un discorso, un processo di cambiamento molto più ampio di quello che oggi non si deve circoscrivere. Sono d’accordissimo con questo processo di cambiamento che lui vuole inculcare nelle teste di tutti”.
Quali sono le prospettive di questo finale di stagione?
“A questo punto sappiamo benissimo che mancano dieci partite, nelle quali ci giocheremo grandi opportunità. Però il cammino che abbiamo alle spalle, nelle ventotto partite precedenti ci obbliga a non sbagliare. Dobbiamo cercare di fare bottino pieno, come nelle ultime sette partite, e poi eventualmente sperare che le squadre che stanno davanti a noi possano rallentare. Può succedere, ma dobbiamo assolutamente essere concentrati su quello che deve essere il nostro lavoro, già da Udine dove che come ho già detto non sarà facile”.
Fonte: As Roma Match Program